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Quanti sono i continenti? Al giorno d’oggi risponderemmo, senza alcuna esitazione, 7. Ma vi fu un tempo, quasi un centinaio d’anni fa, in cui questa risposta sarebbe potuta cambiare drasticamente, riducendoli artificialmente a 5, unendo Europa e Africa in Atlantropa, un unico, immenso continente. L’idea fu dell’architetto tedesco Herman Sörgel: servendosi di un sistema di dighe, ipotizzò la chiusura del mar Mediterraneo, provocandone artificialmente il prosciugamento e unendo, di fatto, Africa ed Europa.
Ma l’ottimismo utopico causato anche dal periodo storico durante il quale tale progetto fu ipotizzato si esaurì presto, soprattutto quando si compresero le conseguenze che una monumentale opera architettonica tale avrebbe potuto causare, non solo sui Paesi interessati, ma in tutto il globo.
Atlantropa: un prosciugamento “controllato”
Quando, nel 1927, il progetto fu pianificato, non era la prima volta che si sentiva parlare di un prosciugamento del mar Mediterraneo. Accadde, infatti, milioni di anni prima, durante la crisi di salinità del Messiniano. Anche allora, il grande mare si prosciugò, per cause che gli studiosi tentano ancora oggi di scoprire: quasi certamente, si trattò di un movimento tettonico, o di una glaciazione. Tale evento si risolse con una gigantesca e catastrofica inondazione, che riportò il Mare Nostrum ai livelli precedenti, risparmiandolo dal diventare un’immensa distesa di sale.
Herman Sörgel, complice anche il clima di grande positivismo che caratterizzava i primi anni del XX secolo, col suo progetto pensò di emulare tale cataclisma naturale, ma in maniera più controllata. Per questo motivo, ragionò su un sistema di dighe, la più grande delle quali sarebbe sorta sullo Stretto di Gibilterra, sbarrando l’unico collegamento del Mediterraneo con l’Oceano Atlantico e, di fatto, creando una sorta di collegamento artificiale tra Africa ed Europa, rendendole un unico continente.
Ulteriori dighe, inoltre, sarebbero state create in altri importanti punti del Mediterraneo: ad esempio, tra la Sicilia e la Tunisia, o ancora il Canale di Suez e lo Stretto dei Dardanelli. Controllando il prosciugamento del mare, causato dalla sua nota salinità, si sarebbe liberata un’enorme area, che sarebbe stata utilizzata per la costruzione di fattorie e centri agricoli.
Non solo: il sistema di dighe avrebbe permesso la costruzione di numerose centrali idroelettriche. Inoltre, tale progetto avrebbe permesso di irrigare il deserto del Sahara, creando un lago artificiale grazie a una diga costruita appositamente sul fiume Congo, da andare a unire con il lago Ciad e successivamente allo stesso Mediterraneo, portando l’acqua attraverso l’area del deserto.
Un progetto dalle conseguenze globali
Nonostante le grandiose premesse, Atlantropa fu un progetto che non vide mai la luce. Primo a bocciarlo, qualche anno dopo la sua ideazione, fu lo stesso Adolf Hitler: sebbene tra gli intenti del progetto vi fosse l’espansione dei territori appartenenti al reich, la necessaria collaborazione tra nazioni si poneva come ostacolo insormontabile.
Si susseguirono una serie di rifiuti, sia da parte dell’Italia fascista che persino dall’America: fu impedito a Sörgel di presentare il proprio progetto oltreoceano. Anni dopo la morte dell’architetto, si continua a discutere di tale, imponente opera architettonica: sarebbe fattibile al giorno d’oggi?
Il più grande imprevisto sarebbe costituito, in effetti, dalle catastrofiche conseguenze che un prosciugamento del mar Mediterraneo avrebbe su tutto il globo. Chiudendo lo Stretto di Gibilterra, infatti, si modificherebbe in modo evidente la Corrente del Golfo: il risultato sarebbe la fine del clima temperato che caratterizza l’Europa, con un raffreddamento costante e radicale.
Non solo: Sörgel non tenne in considerazione, nel suo progetto, l’alta salinità del mar Mediterraneo, mitigata proprio dal continuo scambio con le acque oceaniche. L’interruzione di tale interscambio potrebbe far prosciugare la distesa d’acqua ancor più di quanto progettato, riducendola alla stregua del Mar Morto: circondato da un deserto di sale, ed esso stesso talmente salato da potervi galleggiare.
Atlantropa, dunque, resta un sogno certamente utopico, nato da un inizio di secolo all’insegna della positività e della fiducia nell’inventiva dell’uomo. Tale progetto a suo modo “green” resterà sempre un argomento di discussione tra architetti e ingegneri: la sua realizzazione, tuttavia, resta oltremodo lontana.
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