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Ogni anno, e secondo distinti calendari, diverse piazze della Catalogna in Spagna deliziano il pubblico con incredibili spettacoli che prevedono l’innalzamento di torri altissime. La peculiarità? Non si tratta di costruzioni di mattoni, ma di spettacolari “torri” umane!
Questi eventi popolari sono chiamati “Castells”, dal catalano “castelli”, in rimando alla considerevole altezza che possono raggiungere, e nel 2010 sono entrati a far parte di diritto nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Altissime piramidi umane
I Castells fanno parte di una tradizione antica secoli. Nascono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo presso Tarragona e man mano si espandono nel resto della futura comunità autonoma della Catalogna, forti del successo riscosso tra la popolazione.
Sono castelli di persone dalla struttura complessa, sorretti alla base da un importante numero di uomini sui quali si erigono i diversi piani della struttura, fino alla cima costituita da bambini che si arrampicano a mo’ di agili scimmiette. Non tutti, però, possono formare i “mattoncini” di queste torri: solo i castellers, persone preparate e allenate per lo sforzo fisico da compiere, conoscono le tecniche per formare i vari ingranaggi di un Castell. Occorrono, infatti, dei mesi preparatori con varie sessioni di allenamento.
I Castells raggiungono tra i 6 e i 10 piani di altezza e si ergono di solito nelle piazze, dinnanzi agli edifici municipali. Inoltre, la loro graduale composizione è accompagnata da suggestivi accompagnamenti strumentali. Si può udire, in effetti, una musica tradizionale, detta “gralla”, che segnala l’evoluzione della costruzione, così come il processo inverso di decostruzione, con ritmi ora incalzanti, ora più pacati. I tipi di strumenti utilizzati sono due: piccoli tamburi e oboi.
Patrimonio immateriale dell’Unesco
Il 16 novembre del 2010 i Castells sono stati dichiarati Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità dall’Unesco. La commissione ha sottolineato come essi costituiscano parte integrante dell’identità culturale catalana e trasmettano alti valori di solidarietà e coesione sociale.
Non a caso, i castellers hanno un motto: “Força, Equilibri, Valor i Seny“, ovvero, “forza, equilibrio, valore e buon senso”. Le quattro virtù, tratte dal verso di un’opera di José Anselmo Clavé, rappresentano qualità necessarie per la costruzione di un Castell.
Castells: strutture complesse
Venendo alla parte strutturale dei Castells, è necessario innanzitutto specificare che non tutti sono uguali. Ne esistono, infatti, di varie tipologie, ma in linea generale lo “scheletro” alla base è uguale per tutte.
La torre, che consta di un centinaio di persone, prevede una base, di norma maschile, detta pinya, che funge da supporto per il peso sovrastante. Gli strati superiori possono prevedere il folre e i manilles, e sugli ultimi dei due si erge una torre più alta e snella detta tronc; la cima, infine, è chiamata pom de dalt, ed è formata da pochi bambini.
I castellers che formano i vari piani della struttura sono di estrazione sociale, sesso ed età variabile. La base necessita di maggiore forza e resistenza fisica, motivo per il quale sono gli uomini a farne parte (ma ci sono anche donne, in alcuni casi). Nei piani superiori compare anche la presenza femminile, più leggera, fino ad arrivare alla punta in cui la fanno da protagonista i bambini.
Interessante è anche l’uniforme tradizionale dei castellers. Questa prevede una camicia colorata, dei pantaloni bianchi, una fascia protettiva attorno alla vita, un fazzoletto e delle calzature chiamate espardenya.
Castelli di “sabbia”?
I Castells sono “costruzioni” altissime, come si è detto, e potenzialmente pericolose. Come castelli di sabbia, possono andare in frantumi: in altre parole, se un tassello cede, è l’intera struttura a subirne le conseguenze. Ciò, naturalmente, può comportare incidenti più o meno gravi.
In passato ci sono stati tre casi documentati di incidenti mortali: uno nel XIX secolo, il secondo nel 1983 e l’ultimo, il più recente, avvenuto nel 2006. Il terzo triste avvenimento ha coinvolto una bambina di appena 12 anni, la quale ha riportato un trauma cranico cadendo dal pom de dalt.
In memoria di quella disgrazia, è stato poi imposto il casco protettivo a tutti i bambini castellers, sia durante le sessioni di allenamento che durante le esibizioni pubbliche.
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