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Dal 1800 ad oggi in Italia si sono susseguiti numerosi avvenimenti, ognuno di fondamentale importanza e che, ognuno a proprio modo, hanno plasmato quella che costituisce la moderna e lunghissima storia del Belpaese in età contemporanea. Ad intrecciarsi coi fatti, una presenza costante dal 1864 in poi è stata certamente la Croce Rossa Italiana; l’organizzazione di volontariato che quest’anno celebrerà i suoi 160 anni. Ripercorriamone dunque la lunga storia, a partire dalla Convenzione di Ginevra.
Prima della Croce Rossa Italiana: Jean Henri Dunant
L’idea di fondare un’organizzazione di volontari che fornisse soccorso ai feriti, a prescindere dalla loro nazionalità, venne nel 1859 a un imprenditore svizzero, Jean Henri Dunant. Egli, di strada verso Cavriana per affari personali da discutere con l’imperatore Napoleone III, ebbe modo di assistere alle disastrose conseguenze della battaglia di Solferino e San Martino: migliaia di morti e feriti, un numero talmente grande da evidenziare l’inadeguatezza, se non la vera e propria inesistenza, di infermieri e operatori sanitari che potessero dare almeno un primo soccorso.
Da questa traumatica esperienza nasce Un Souvenir de Solferino, stampato nel 1862: in esso si racconteranno non solo la guerra, ma lo stato di completo abbandono dei feriti e di coloro i quali persero la vita in battaglia. Tale testo fornì le basi per la fondazione di una società di infermieri volontari neutrale.
Un anno più tardi, durante il Convegno di Ginevra del 1863 nasceranno le Società Nazionali di Croce Rossa: tra le prime a costituirsi, vi sarà quella italiana, il 15 giugno 1864, grazie a Cesare Castiglioni, medico colpito dallo scritto di Dunant.
Quella italiana fu la settima società nazionale di Croce Rossa ad essere fondata, mentre fu la quinta ad aderire alla Convenzione di Ginevra, durante la quale si decise la neutralità del personale sanitario, ovvero, come raccontato da Antenore Frezza in Storia della Croce Rossa Italiana, il “doversi non considerare nemico il nemico ferito e bisognoso di assistenza”.
I principi
Le società internazionali di Croce Rossa operano seguendo sette principi fondamentali, enunciati per la prima volta nel 1965, durante la ventesima conferenza internazionale della Croce Rossa tenutasi a Vienna. Come riportato dal sito ufficiale della CRI, essi sono:
- Umanità, ovvero l’adoperarsi per “per prevenire e lenire in ogni circostanza le sofferenze degli uomini, per far rispettare la persona umana e proteggerne la vita e la salute; favorisce la comprensione reciproca, l’amicizia, la cooperazione e la pace duratura fra tutti i popoli”;
- Imparzialità, il non fare “alcuna distinzione di nazionalità, razza, religione, classe o opinioni politiche. Si sforza di alleviare le sofferenze delle persone unicamente in base ai loro bisogni, dando la priorità ai casi più urgenti”;
- Neutralità, l’astensione dalle “ostilità di qualsiasi genere e alle controversie di ordine politico, razziale e religioso”;
- Indipendenza, ovvero il mantenimento dell’“autonomia in modo che possano essere in grado in ogni momento di agire in conformità con i principi del Movimento”;
- Volontarietà, il Movimento non è guidato “dal desiderio di guadagno”;
- Unità: “nel territorio nazionale ci può essere una sola associazione di Croce Rossa, aperta a tutti e con estensione della sua azione umanitaria all’intero territorio nazionale”;
- Universalità: nel panorama dei movimenti internazionali, tutte le società “hanno uguali diritti e il dovere di aiutarsi reciprocamente”.
Dalla Croce al Cristallo rosso
Quanto agli emblemi delle società internazionali costituenti il Movimento, ne esistono diversi. Il simbolo originario è quello della croce rossa su sfondo bianco: un omaggio alla Svizzera, paese che ospitò il primo convegno, e alla sua neutralità.
Pochi anni dopo, nel 1876, venne comunicata da parte dell’impero ottomano l’intenzione di voler sostituire alla croce la luna crescente, per motivi religiosi. Seppur la richiesta venne subito accettata dal governo svizzero, fu solo nel 1929 che la Mezzaluna Rossa venne riconosciuta in termini giuridici, rappresentando la parte del Movimento presente nei paesi Islamici.
Entro il 1949, infine, venne riconosciuto anche un terzo simbolo, proposto dall’Iran: il Leone e Sole rosso, simboli della Persia. Lo stesso anno venne fatta richiesta da parte di Israele per la Stella di David. La richiesta, tuttavia, venne rifiutata: si sarebbe rischiato un flusso continuo di richieste legate a motivi culturali o religiosi.
Per questo motivo, nel 2005 venne introdotto il Cristallo Rosso: un simbolo universalmente riconosciuto dove, a seconda della religione, potranno essere (o non essere) inseriti i simboli religiosi dei vari Paesi in cui il movimento opera.
I 160 anni della Croce Rossa Italiana: nuovo logo ed eventi in programma
Il 2024, dunque, è un anno di fondamentale importanza per la CRI: come riportato dal sito ufficiale, “i 160 anni saranno, quindi, un’opportunità non solo per ricordare il passato, ma per mostrare come il contributo della CRI si è evoluto negli anni e come pianifica strategie ed organizzazione per essere pronta alle sfide future e alle vulnerabilità che nasceranno”.
Per l’occasione, è stato presentato un logo celebrativo, che sarà possibile trovare in tutti quei materiali che verranno realizzati durante il 2024, evidenziando il nuovo traguardo raggiunto e guardando al futuro del Movimento, da sempre legato alla storia italiana.
Non solo: numerosi sono gli eventi che celebreranno l’anniversario. Proprio per il 15 giugno, sono previste a Roma la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria, l’emissione filatelica celebrativa congiunta e, infine, la presentazione del treno Frecciarossa dedicato al 160° della CRI. A Milano, invece, nella stessa giornata si terrà una staffetta celebrativa che si muoverà dai primi comitati costituiti in Italia, fino a giungere a Solferino.
La Croce Rossa Italiana, dunque, ha raggiunto il suo 160° anno. Una grande tragedia ha dato vita a un movimento i cui forti principi e la grande etica accompagnano gli eventi che si susseguono nella lunghissima e variegata storia d’Italia.
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