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I fumetti e i manga hanno segnato profondamente la cultura popolare, diventando una passione per milioni di persone in tutto il mondo. Fra “buoni” e “cattivi”, “eroi” e “anti-eroi”, le saghe che si sono susseguite hanno generato una vera e propria mania. Fumettisti italiani come Gian Bonelli o le sorelle Giussani sono riusciti a lasciare un segno tangibile in questo scenario, contaminandosi e contaminando la cultura pop.
Alle radici del fumetto: la nascita di un’icona
Il primo fumetto è nato il 16 febbraio del 1896, pubblicato nel fascicolo del quotidiano “The New York Times”, dove veniva riportata la prima tavola della serie “At the Circus in Hogan’s Alley”, scritta e disegnata da Richard Felton Outcalt. Il fumetto aveva come protagonista un bambino chiamato The Yellow Kid, soprannome dovuto al suo vestito giallo, dove all’interno venivano riportate le scritture del “fumetto”.
Successivamente è sorto il balloon, ovvero la nuvoletta che fuoriesce dalla bocca del personaggio, in italiano “fumetto”. Negli anni ’90, in Italia, sono state pubblicate le prime copie di fumetti.
Il linguaggio del fumetto è rimasto invariato, non subendo alterazioni nel tempo. Nonostante le grafiche possano essere anche parecchio elaborate, la lettura delle battute è sempre semplice e fluida e, dove non è presente il testo, sono le immagini stesse a far capire il contenuto del fumetto, rendendolo il parente più vicino al cinema.
Il fumetto italiano: dai primi albori alle icone nazionali
I fumetti sono comparsi in Italia il 27 dicembre del 1908 con la prima rivista settimanale intitolata “Il Corriere dei Piccoli”, periodico in cui sono stati riportati i fumetti americani. La prima pagina era dedicata a una storia colorata e priva di balloon, con la didascalia in rima.
Negli anni ’60, grazie a studiosi come Umberto Eco, si è riuscito a dare un vero e proprio valore culturale al linguaggio fumettistico. Ciò ha portato alla nascita del “Salone Internazionale dei Comics” di Bordighera.
Eroi e Anti-Eroi del Fumetto Italiano
Nella storia italiana, fra i fumetti più amati merita una menzione speciale “Tex Willer”, creato nel 1948 per la casa editrice Audace, oggi conosciuta come Sergio Bonelli Editore, da Gian Bonelli, patriarca del fumetto italiano.
Altra menzione obbligatoria è “Le Avventure di TinTin” del belga Hergè. Questo fumetto, pubblicato dal 1929 al 1983, narra le avventure di un giovane investigatore accompagnato dal suo fedele cane Snowy. Ambientato nel contesto storico del XX secolo, è riuscito a tenere i ragazzi incollati al fumetto avventura dopo avventura.
Uno dei fumetti più famosi in Italia è “Corto Maltese” scritto da Hugo Pratt e pubblicato per la prima volta nel 1967 sulla rivista “Sgt. Kirk”. Il fumetto tratta le avventure di un marinaio nato sull’isola di Malta dall’amore fra un marinaio inglese e una gitana di Siviglia. La particolarità di questo racconto risiede nella presenza di continui riferimenti letterari e filosofici. Le avventure di questo marinaio continuano dal 1967 a oggi, ben oltre la morte del suo creatore: nel 2021, infatti, è stata confermata l’uscita di altri tre albi, tuttora in uscita.
“Diabolik”, invece, appartiene ad una tipologia di fumetti detti “neri”. La particolarità di questi comics, è legata al protagonista: non un eroe, bensì un “cattivo”. La saga nasce nel 1962 ed è il prodotto artistico delle sorelle Giussani, autrici dei testi, e di Zarcone, responsabile delle grafiche. Questo fumetto trae ispirazione da una vicenda di cronaca nera avvenuta a Torino nel ’58: sulla scena del crimine era stato rinvenuto, accanto al corpo, un biglietto firmato “Diabolich”. Il caso era rimasto irrisolto. Le sorelle Giussani si sono ispirate a quella tragedia per la saga più accattivante di tutti i tempi.
Manga Mania: dalle origini storiche al fenomeno globale
Con l’avvento della pandemia e del lockdown si è sviluppata la “Manga Mania”. La parola “manga” è stata coniata da Hokusai e significa “disegni bizzarri“, anche se quest’arte risale al XII secolo, quando si disegnava su rotoli chiamati emaki. Il primo manga era nato per essere un manuale contenente schizzi e raffigurazioni per i suoi allievi. Durante i conflitti bellici i manga, però, erano stati utilizzati anche come mezzo per fare propaganda.
Nel 1947, un uomo di nome Osamu Tezuka crea “Shin Takarashima” (“L’isola del tesoro”). Quest’opera ha introdotto un forte dinamismo e una pluralità di prospettive tipiche dell’arte cinematografica che hanno rappresentato i tratti distintivi di questo mangaka (“creatore di manga”). Inizialmente, i lettori interessati a questo genere era la generazione nata fra il 1946 e il 1949, durante il così detto “baby boom“.
Col tempo è cominciata la pubblicazione di altri tipi di manga, volti a soddisfare innumerevoli esigenze di lettura. Alcuni vengono definiti definiti “manga comici” per via dei toni leggeri e ironici; i manga detti “sperimentali” si basano, invece, su espressioni innovative: non hanno sempre come soggetto la narrativa, ma anche informazioni di diverso genere, che sia di uso pratico che storico o documentaristico.
Manga al femminile: le pioniere del genere
Le autrici di manga hanno fatto il loro ingresso negli anni ’60, ma solo negli anni ’70 sono riuscite a dare prova del loro straordinario talento. Queste mangaka hanno esaltato aspetti introspettivi e psicologici dei personaggi. Il tutto venne riprodotto attraverso speciali tecniche illustrative mai viste nei manga per ragazzi.
Tra le mangaka più famose ricordiamo: Rumiko Takahashi, conosciuta da tutti per il suo capolavoro “Inuyasha”, realizzato dal 1996 al 2008, che ha fatto la storia del manga.
Hiromu Arakawa è colei che ha creato “Full Metal Alchemist”, uno dei manga più famosi, dalla trama ben strutturata, avvincente ed emozionante. Diventata mangaka nel 1999, oggi è considerata un “mostro sacro” del settore.
Fumetto e Manga: una finestra oltre la realtà
Negli ultimi anni, le esportazioni dei manga giapponesi in Europa, in America e in alcuni paesi asiatici sono notevolmente aumentate. Nei primi due continenti si possono trovare traduzioni di alcuni manga come “Akira” di Katsuhiro Otomo, “Nausicaä della Valle del Vento” di Hayao Miyazaki, “Dragon Ball” di Akira Toriyama e “One Piece” di Eiichirō Od. Quest’ultimo è uno dei manga più popolari e longevi, e insieme agli altri ha riscosso un grandissimo successo, tanto da spingere un numero sorprendente di lettori ad acquistare in lingua originale i nuovi manga importati dal Giappone.
Che il lettore sia un giovanissimo, un adolescente o un adulto, poco importa: che si tratti di un fumetto o di un manga, riuscirà sempre a trasportare il lettore in avventure entusiasmanti, regalandogli una finestra oltre la realtà.
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