Come diventare un giornalista nei paesi del Mediterraneo?

Questo articolo è disponibile anche in: Inglese

Sono sempre di più coloro i quali scelgono di intraprendere la carriera da giornalista come professione futura. Molteplici sono, infatti, i percorsi di studi che, anno dopo anno, vengono sempre più creati ad hoc: il settore dei media sta andando espandendosi sempre di più grazie alle nuove tecnologie, attraendo numerosissimi aspiranti giornalisti, spesso con background diversi.

Ma, lungo i Paesi del Mediterraneo, basta solamente il titolo di studi per rendere un giornalista tale? Oppure vi sono delle leggi che regolamentano tale carriera, alle quali bisogna far riferimento se intenzionati a perseguire questo mestiere? Quali requisiti bisogna possedere per ottenere una licenza per esercitare questa professione? Scopriamoli, paese per paese.

Diventare giornalista nei paesi del Mediterraneo: Italia

In Italia, per esercitare la professione da giornalista occorre iscriversi all’Ordine dei Giornalisti: esso vigila sulle attività e la condotta dei propri iscritti, tutelandoli legalmente. Nella sezione FAQ del sito dell’Ordine, viene innanzitutto illustrata l’importante differenza tra giornalisti professionisti e pubblicisti.

Come spiegato, infatti, “sono professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista; sono pubblicisti coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi”.

I giornalisti professionisti, per essere riconosciuti come tali, dovranno:

  • svolgere 18 mesi di praticantato e, inoltre, frequentare uno dei corsi di preparazione teorica anche “a distanza”, della durata minima di 45 ore, promossi dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’Ordine. In alternativa, dovranno aver frequentato per un biennio una delle scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti;
  • superare l’esame di idoneità professionale.

Per essere riconosciuti come giornalisti pubblicisti in Italia, invece, bisognerà “aver svolto un’attività giornalistica continuativa e regolarmente retribuita, per almeno due anni”.

Spagna

Anche la Spagna ha un suo Ordine dei Giornalisti, il FAPE, ovvero la Federación de Asociaciones de Periodistas de España. Secondo quanto spiegato dalla federazione, “potranno accedere all’Albo Professionale dei Giornalisti FAPE e alla carta di accreditamento coloro che sono in possesso di una laurea triennale o magistrale in Scienze dell’Informazione, Giornalismo o Comunicazione Audiovisiva”. Gli interessati a perseguire tale carriera, dunque, dovranno necessariamente possedere un titolo di studi dedicato.

Francia

Come spiegato da Le Figaro, in Francia non è richiesta alcuna formazione specifica. Tuttavia, frequentare la scuola di giornalismo rende più facile trovare lavoro”, poiché “gli studenti scopriranno i loro punti di forza, impareranno insieme a giornalisti esperti, occuperanno tutte le posizioni editoriali, parteciperanno a concorsi organizzati dai principali media”.

Va tenuta in conto, tuttavia, l’esistenza del CPNEJ, ovvero la Commission paritaire nationale de l’emploi des Journalistes: dal 2008 ha stabilito dei criteri sulla base dei quali le scuole di giornalismo devono costruire il proprio programma didattico. Trattandosi di un mestiere perennemente cangiante, infatti, il programma deve seguire parallelamente tale evoluzione. Le scuole sono pubbliche e private: l’elenco aggiornato è liberamente consultabile sul sito della Commission.

Principato di Monaco

Nel Principato di Monaco vi sono pochi quotidiani, trasmissioni televisive e radiofoniche propriamente monegasche: non sarà inusuale vedere circolare, per questo motivo, quotidiani francesi; allo stesso modo sarà comune assistere a trasmissioni televisive e radiofoniche in arrivo dallo Stato vicino. L’unico corso di studi legato alla Comunicazione, insegnato all’International University of Monaco riguarda la comunicazione ad ampio spettro, andando a toccare argomenti lontani dal lato editoriale, come il marketing.

Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia

Secondo il report sulle condizioni d’impiego dei giornalisti nei paesi dell’Europa dell’Est, firmato nel 2015 da Radomir Cholakov della South-East European Partnership for Media Development, in Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia “non esiste una regolamentazione per legge della professione di giornalista”.

Come spiega il report, infatti, “le Costituzioni di quei paesi proclamano la “libertà di parola/opinioni” e la “libertà di stampa” come valori fondamentali, quindi il lavoro giornalistico, come modo di esprimere l’opinione, è aperto a tutti senza pregiudizi e precondizioni. Nella legislazione dei paesi sopra menzionati non esiste una definizione legale di “giornalismo” o “giornalista”. Non sono previsti nemmeno i requisiti di iscrizione per l’esercizio della professione giornalistica”.

Slovenia

In Slovenia, secondo il Mass Media Act, vige la differenza tra giornalista professionista e giornalista freelance. Per iscriversi al registro dei mass media sloveno, un giornalista professionista dovrà:

  • svolgere l’attività giornalistica come occupazione unica o principale;
  • provare le proprie pubblicazioni sui mass media;
  • non essere interdetto dall’esercizio di tali attività.

Un giornalista freelance, invece, acquisirà il suo status “mediante iscrizione all’albo dei giornalisti freelance presso il ministero competente, previo parere espresso da una delle organizzazioni di giornalisti professionisti iscritti”. Presso la dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Ljubljana, infine, esiste il corso di studi in Giornalismo.

Croazia

Per esercitare il mestiere di giornalista in Croazia, non esiste nessun prerequisito formalmente richiesto: dall’appartenenza a una testata editoriale fino all’ottenimento di un determinato titolo di studi. Tuttavia, a Zagabria, presso la facoltà di Scienze Politiche, è recentemente stato istituito il corso di studi in Giornalismo.

Malta e Turchia

Anche a Malta e in Turchia non vi sono particolari leggi che regolamentano la professione del giornalista, o che evidenziano quali prerequisiti un aspirante a questa carriera debba possedere. Tuttavia, il titolo universitario in giornalismo può essere ottenuto presso l’Università ta’ Malta e presso tre università di Istanbul: la Bahcesehir University, la Üsküdar University, infine la Kadir Has University.

Cipro

Chiunque voglia essere riconosciuto come giornalista a Cipro, dovrà munirsi del tesserino fornito dall’Ufficio Stampa e Informazione. Tra i requisiti necessari, servirà esercitare tale professione, guadagnandosi da vivere con essa, essere impiegati presso un’organizzazione di mass media operante a Cipro, in qualità di manager, caporedattore, redattore, corrispondente, fotoreporter, ecc. Presso la Cyprus International University, inoltre, esiste un corso dedicato.

Siria

La stampa e lo stato siriano si trovano, allo stato attuale, in una situazione tesa. Il settore dell’informazione viene regolato dal Consiglio Nazionale dei Media (Al-Majlis al-watani li’l-i‘lam), e vi sono dei stretti prerequisiti per ottenere la licenza da giornalista, oppure ancora solo per intraprendere tale strada. Non è certo se vi siano dei percorsi universitari dedicati a tale professione.

Libano

Come spiegato nell’art. 1 relativo alla legge libanese sulle pubblicazioni, “chiunque desideri diventare giornalista deve soddisfare una serie di requisiti per poter accedere alla professione. Ciò include il possesso della cittadinanza libanese e almeno del diploma di maturità libanese – seconda parte o equivalente”.

Inoltre, l’articolo procede spiegando come si debba “aver esercitato in modo efficace e continuativo il mestiere di giornalista per almeno quattro anni dall’accettazione della sua candidatura alla Stampa come tirocinante. Vengono esentati dalla formazione i titolari del diploma di laurea in giornalismo. Tuttavia, i titolari di una laurea di primo livello o diplomi diversi dal giornalismo devono essere soggetti a un anno di formazione”.

Palestina

Il mestiere di giornalista, in Palestina, è legato al concetto di Press Card. Tuttavia, come spiegato dallo stesso governo, essa serve per “assistere coloro che sono coinvolti nel lavoro dei media in Israele e all’estero, tra l’altro, facilitando l’ingresso alle conferenze stampa e ai tribunali; ma non è una licenza di lavoro e che […] non è una condizione per lavorare con i media e che richiederne una non è un requisito”.

Tale tesserino può essere richiesto sia dai giornalisti locali che da quelli stranieri; tra i requisiti che vengono richiesti vi sono “l’intenzione dell’organizzazione media con cui [il giornalista, ndr] lavora sia di assumerlo in Israele per un periodo di almeno un anno; i liberi professionisti devono dimostrare di essere arrivati in Israele su richiesta dell’organizzazione media per la prestazione di servizi per un periodo di almeno un anno, basandosi su un contratto esplicito”; tale contratto andrà presentato in fase di richiesta della Press Card.

Israele

A Ramat Gan, nella periferia di Tel Aviv, si trova la Bar-Ilan University: lì è possibile ottenere la laurea in Comunicazione. Tuttavia, tale corso di studi si estende ad altri campi, come la diplomazia: dunque, non è un corso propriamente pensato per giornalisti, ma permette di esplorare ulteriori discipline.

Egitto

Dal 1976, in Egitto vige una legge creata per la stampa: essa richiede che la libertà di espressione venga garantita in modo responsabile, proibendo la censura; tuttavia, tale legge prevede molteplici restrizioni per quel che riguarda il muovere critiche nei confronti degli uffici pubblici, prevedendo pene a gradi, dalle multe alla detenzione. Esiste un corso dedicato al giornalismo: viene erogato dalla British University in Egypt.

Libia

In Libia, così come in Siria, esiste una situazione di instabilità e ambiguità tra Stato e stampa. Si denota la mancanza di leggi che regolamentino le pubblicazioni o, ancora, come esercitare il mestiere di giornalista: per questo motivo, nonostante diversi tentativi effettuati (come, ad esempio, dall’UNESCO nel 2015), pochi passi ancora sono stati fatti per uscire da tale situazione di stallo.

Tunisia

Coloro i quali vogliano esercitare la professione di giornalista in Tunisia, devono soddisfare determinati requisiti: innanzitutto, il possedere una laurea (o diploma equivalente); necessiterà anche una stabilità lavorativa, che prevede il giornalismo come attività regolare e principale fonte di guadagno. La situazione potrebbe rivelarsi leggermente più difficile per coloro i quali utilizzano i social media e i blog come strumento di lavoro: la situazione resta leggermente ambigua, sebbene già dal 2013 i benefici dei giornalisti siano stati estesi anche a questa categoria di lavoratori.

Algeria

Non è chiaro se in Algeria vi siano delle leggi che regolamentino la professione dei giornalisti; tuttavia, ad Algeri, è presente l’High National School of Journalism and Information Sciences (ENSJSI): essa si divide a sua volta in due dipartimenti, uno dedicato alla scienza dell’Informazione e uno al giornalismo, permettendone così lo studio.

Marocco

Come spiegato dal Ministero per le Comunicazioni marocchino, un giornalista professionista deve essere munito della Press Card: si ottiene dopo aver praticato la professione per almeno due anni. Il Ministero, tuttavia, avverte sul buon utilizzo di tale tesserino, pena il ritiro: non devono essere commessi “atti contrari al buon costume”, esser andati contro l’etica giornalistica, violato infine il Codice della Stampa.

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