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La mano di Fatima accompagna da secoli le popolazioni del Mediterraneo e del Medio Oriente. Questo simbolo parla di femminilità sacra, protezione, miti e mistero, ed è rappresentato con cinque dita aperte: l’indice e l’anulare simmetrici, il pollice e il mignolo più piccoli ma allineati e, a volte, con un occhio al centro del palmo. Conosciuta anche come Ḥamsa o Khamsa — parola che significa “cinque” in arabo ed ebraico — questo simbolo è presente in molte religioni e culture, assumendo volti diversi ma conservando un’essenza profonda. Non è solo un oggetto decorativo o un portafortuna: dietro la sua forma c’è una lunga storia di fede, dolore, forza e trasformazione.
Origini antiche tra Mediterraneo e Medio Oriente
Le origini della mano di Fatima sono molto antiche, precedenti alle religioni monoteiste. Secondo le teorie più accreditate, in Mesopotamia già nel 4000 a.C., la mano aperta era un simbolo protettivo legato a divinità femminili come Ishtar o Inanna, dee dell’amore e della fertilità. Anche Fenici e Cartaginesi utilizzavano una mano stilizzata per onorare Tanit, potente figura femminile protettrice di donne e bambini. Con il tempo, questo simbolo si diffuse in tutto il Mediterraneo, arrivando anche alle popolazioni berbere del Nord Africa.
Nei secoli successivi, fu adottato anche dalle grandi religioni. Nell’Ebraismo divenne la “mano di Miriam”, sorella di Aronne e Mosè, e rappresentava i cinque libri della Torah. Simboleggiava anche la quinta lettera dell’alfabeto, He, che rappresenta uno dei nomi di Dio. Nell’Islam prese il nome di “mano di Fatima” richiamando il nome di Fatima Zahra, figlia del profeta Maometto, e divenne simbolo di purezza, pazienza e spiritualità. Anche alcune tradizioni del Cristianesimo orientale hanno dato alla mano un significato simile, collegandola alla figura di Maria, madre di Gesù.
Le leggende che hanno alimentato il simbolo
Intorno alla mano di Fatima ci sono numerose leggende tramandate oralmente di generazione in generazione che ne hanno rafforzato il significato. Una delle versioni più diffuse racconta che Fatima, figlia di Maometto e moglie di ʿAlī ibn Abī Ṭālib, mentre cucinava vide suo marito tornare a casa con una concubina. Scioccata e addolorata, non si accorse di aver immerso la mano in una pentola bollente. Continuò a mescolare senza sentire subito il dolore, perché quello emotivo era più forte di quello fisico. Questo episodio commosse il marito che, ammirando la sua pazienza e forza d’animo, abbandonò la concubina. La forza con cui sopportò il dolore fu interpretata come un segno di devozione e spiritualità e la sua mano divenne un emblema di resistenza e amore assoluto.
In una seconda versione, Fatima pose la mano sul corpo di ʿAlī, recitando una preghiera che gli conferì energia e fortuna, proteggendolo durante le battaglie in cui si distinse come quarto califfo ortodosso e primo imam sciita.
Nella cultura ebraica, la leggenda è legata a Miriam, che guidò il gli Ebrei nel deserto. La sua mano simboleggiava la presenza costante di Dio ed era usata per scacciare gli spiriti maligni. In alcune tradizioni cristiane orientali, la mano della Vergine rappresenta la protezione materna, spesso raffigurata con un occhio al centro per allontanare il male.
Il significato della mano di Fatima oggi
Oggi, la mano di Fatima è un simbolo ancora molto presente e amato. Continua a essere un amuleto contro il malocchio, portatore di fortuna, equilibrio e benessere. È usato come gioiello, come portafortuna da regalare o come decorazione per proteggere la casa.
Oltre alla sua funzione protettrice, la mano di Fatima è diventata un simbolo culturale e spirituale condiviso, usato da musulmani, cristiani, ebrei e anche da chi non segue una religione ma cerca un legame con una spiritualità. Inoltre, la sua presenza nella moda, nell’arte e nel design ne ha fatto un’icona di stile, pace e dialogo interculturale, apprezzata anche dai movimenti che promuovono tolleranza e coesistenza tra popoli diversi.
Infine, la Khamsa è oggi anche un simbolo femminile: rappresenta la forza, la resilienza e la protezione che le donne possono donare e ricevere. È segno di identità, lotta silenziosa e speranza, un amuleto che racchiude l’energia antica del Mediterraneo proiettandola nel futuro.
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