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Ricco commerciante e intrepido esploratore di epoca medievale, il veneziano Marco Polo si spinse fino ai “confini del mondo” allora conosciuto, attraversando terre impervie e avvicinandosi ai costumi, ai culti e alle lingue dei numerosi popoli incontrati lungo il cammino.
Visse numerose avventure lungo la Via della Seta, narrate nel Milione, viaggiando via mare e via terra insieme al padre e allo zio. Con loro si spinse fino alla Cina del grande Khan Qubilay, del quale ottenne i favori, e in quelle terre lontane fu investito di incarichi prestigiosi e compì missioni autorevoli.
Sono trascorsi esattamente 7 secoli dalla scomparsa del grande avventuriero, e quale modo migliore per omaggiarlo se non ricordarlo proprio nella sua amata Venezia, la città in cui nacque e dove fece ritorno dopo 24 lunghi anni di assenza.
L’edizione del 2024 del Carnevale di Venezia celebra, così, il suo vecchio concittadino, nonché l’esploratore più celebre di tutti i tempi.
Marco Polo al Carnevale di Venezia
“Ad Oriente. Il mirabolante viaggio di Marco Polo”: è il titolo del Carnevale di Venezia di quest’anno, inaugurato lo scorso 27 gennaio. Il tema al centro della festa più colorata al mondo sarà, dunque, quello del viaggio. In omaggio al giovane ambasciatore veneziano vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, si volgerà lo sguardo alle rotte lontane da lui coraggiosamente intraprese e poco conosciute nell’Europa medievale.
L’anniversario pluricentenario della morte di Marco Polo sarà scandito da un ricchissimo programma di spettacoli, eventi culturali, concorsi e sfilate in maschera, immancabili protagonisti del Carnevale veneziano. Il clima carnevalesco sarà, dunque, il consueto: dai laboratori per i bambini, al concorso delle 12 Marie del Carnevale e della maschera più bella; dalle sfilate dei carri allegorici agli spettacoli teatrali disseminati per la città lagunare.
Tanti gli eventi imperdibili di febbraio, fino a martedì 13. Tra questi, il 2 febbraio è previsto l’emozionante spettacolo d’acqua dal titolo: “Terra incognita. Il mirabolante viaggio di Marco”, che si svolgerà nella Darsena Grande dell’Arsenale. Questo sarà, come riportato nel sito ufficiale del Carnevale di Venezia: “un racconto immaginifico che emerge dalle acque dell’Arsenale, liberamente ispirato a Il Milione di Marco Polo e narrato in chiave fantastica attraverso i diversi linguaggi creativi dell’arte che, come il viaggio di Marco, non conosce confini.”
Il 3 febbraio, invece, inizieranno le sfilate delle maschere più belle del Carnevale in Piazza San Marco, oltre al corteo acqueo di gondole lungo il Canal Grande con le 12 ragazze selezionate per il concorso della Festa delle Marie. Sempre nello stesso giorno, verrà proposto il Dinner Show dal titolo: “Alla corte del Gran Khan” a Ca’ Vendramin Calergi. Questo sarà un evento di gala, “un viaggio ad Oriente sulle tracce di Marco Polo, tra Regine d’Oriente e Imperatori delle steppe, mercanti e mistici indovini”, tra abiti sontuosi e performance artistiche orientaleggianti.
Le avventure sulla Via della Seta
Marco Polo rappresenta senza dubbio un orgoglio per la città di Venezia, ma chi fu questo esploratore? Perché i suoi viaggi lo portarono fino all’Estremo Oriente, in terre perigliose e poco note agli europei dell’epoca? Ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita e dei viaggi compiuti.
Il viaggiatore veneziano nacque nel 1254 in una famiglia di facoltosi commercianti e imparò ben presto a far di conto, a commerciare e navigare. Le sue avventure cominciarono nel 1271: appena diciassettenne, Marco intraprese un viaggio che lo avrebbe allontanato da casa per 24 lunghissimi anni. Egli, però, non partì da solo: accompagnò il padre Niccolò e lo zio Matteo, incaricati da Papa Gregorio X di recarsi presso la corte del Gran Khan Qubilay in Cina.
La prima tappa del loro lungo viaggio, durato quasi quattro anni, fu in Terra Santa, ad Acri (nell’attuale Israele), dove i tre Polo furono accolti da Papa Gregorio X. Questi diede la sua approvazione per un progetto di ambasceria presso Qubilay Khan, al quale avrebbero offerto in dono l’olio che ardeva nel sepolcro di Cristo, precedentemente prelevato a Gerusalemme. La moglie dell’imperatore mongolo era, infatti, di fede cristiana.
Ebbe inizio, così, la lunga avventura. Attraversarono l’Anatolia, l’Armenia e l’Iran, fino al porto di Hormuz, dal quale decisero, tuttavia, di optare per un itinerario terrestre, invece che marittimo. Salirono, dunque, verso l’Afghanistan, il Turkmenistan e Samarcanda (Uzbekistan). Qui furono costretti a fermarsi per diverso tempo a causa delle deboli condizioni di salute del giovane Marco Polo.
Ripresero, in seguito, il loro viaggio in carovana attraversando le montagne innevate e il vasto deserto del Gobi tra la Mongolia e la Cina, fino a giungere alla corte del sultano, situata non molto distante da Pechino.
Alla corte del Gran Khan
L’accoglienza presso la corte del Gran Khan fu tale da permettere ai tre mercanti di ottenere prestigiosi incarichi e compiere importanti missioni. Nelle terre del sultano, inoltre, riuscirono ad accumulare notevoli ricchezze. Marco divenne persino amico del figlio del Khan.
I commercianti veneziani rimasero in Cina per 17 anni, ma in quel periodo continuarono comunque a viaggiare per volere di Qubilay. In qualità di informatore e ambasciatore personale del sultano, Marco visitò molti luoghi dell’impero, e si spinse anche oltre i suoi confini. Ispezionò le regioni al confine con il Tibet e lo Yunnan, si recò nell’isola di Ceylon (Sri Lanka) e viaggiò alla volta dell’Indocina.
Espresse più volte il desiderio di far ritorno nella sua terra di origine, ma la sua richiesta venne ripetutamente respinta dal Khan, fino a quando non si presentò un’occasione perfetta. I Polo, esperti navigatori, furono incaricati di accompagnare una principessa cinese in Persia su richiesta del Khan in una delicata spedizione navale. Iniziò, così, il loro viaggio verso Venezia. Partirono nel 1292 e giunsero nel 1295.
Sempre nello stesso anno Marco Polo prese parte a una battaglia navale che vide scontrarsi veneziani e genovesi, cadendo prigioniero di questi ultimi. Nelle carceri di Genova conobbe Amedeo Rustico, detto Rustichello di Pisa, al quale avrebbe raccontato le proprie avventure, tradottesi poi nel celeberrimo Il Milione. Finalmente liberato, poté tornare a Venezia, dove morì all’età di 69 anni.
Il Milione
Marco Polo aveva compiuto un meraviglioso viaggio alla scoperta dell’Asia, dei suoi paesaggi surreali, dei suoi popoli e dei suoi costumi. Era entrato in contatto con i selgiuchidi, con i persiani, con i mongoli, e aveva attraversato immense steppe, deserti e scenari montagnosi. Aveva persino visto ardere un misterioso olio nero, noto successivamente come petrolio.
Ciononostante, il viaggiatore veneziano non fu il primo europeo a raggiungere la Cina. La sua fama secolare di esploratore si deve, infatti, alla redazione di un dettagliato resoconto di viaggio intitolato Il Milione. Questo capolavoro della letteratura di viaggio è una preziosa testimonianza dell’intero itinerario seguito dai tre mercanti lungo la Via sella Seta.
Esso è stato trascritto e tradotto più volte e i suoi codici sono conservati in tutto il mondo. Offre descrizioni dettagliate dei luoghi e delle culture conosciute lungo il tragitto, ma anche del contesto storico e politico dei luoghi attraversati: le guerre, le dinamiche di potere nell’impero mongolo, i commerci.
Non stupiscono, dunque, le suggestioni suscitate dalla dettagliata narrazione dei suoi viaggi compiuti tra il 1271 e il 1295. Le informazioni contenute nelle storie di Marco Polo crearono un ponte conoscitivo tra l’Europa e la lontana Asia, fornendo un prezioso strumento di avvicinamento culturale, storico, sociale e antropologico.
Marco Polo è, senza dubbio, il viaggiatore più famoso di epoca medievale, ma degni di nota sono anche i viaggi compiuti dal meno conosciuto marocchino Ibn Battuta (XIV secolo). L’esploratore arabo si mosse dall’Africa settentrionale fino all’Asia, attraversando Europa, Medio Oriente, centro e sudest asiatico. Lui, come altri esploratori medievali hanno lasciato preziosissime testimonianze scritte delle loro esperienze, oggi di inestimabile valore.
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