“L’Europa senza il Mediterraneo è come un uomo senza infanzia” scrive in Breviario Mediterraneo Predrag Matvejević (1932-2017), accademico a Zagabria, Parigi e Roma. Più che un libro è una finestra spalancata sul Mare Nostrum, sui moli e le banchine, sulle sagome delle chiese e l’architettura delle case, sui fari delle coste, gli itinerari delle carte nautiche, le ceramiche, gli ex-voto e l’olio. Leggerlo equivale a sfogliare le pagine di un dizionario di gerghi, espressioni, idiomi.
Come scrive l’intellettuale Claudio Magris nella sua prefazione, “è un racconto che fa parlare la realtà e innesta perfettamente la cultura nell’evocazione fantastica” perché è un “trattato poetico- filosofico, romanzo post-moderno, portolano, diario di bordo”. Si tratta in altre parole di un capolavoro del “non genere”, grande contenitore dove sono inserite informazioni di ampio respiro che percorrono la storia, i popoli – dagli Egizi ai Fenici, dai Greci ai Romani, dagli Arabi ai Bizantini – e i paesi che toccano il Mediterraneo, anche quelli che ne sentono solo il vento e l’odore.

Non è un diario di viaggio, anche se insegna a viaggiare
Non è un diario di viaggio, anche se insegna a viaggiare, non è un libro di bordo, anche se offre le coordinate per muoversi attraverso la geografia. Non è un dizionario, per quanto a volte sembri ricalcarne la struttura. Ci racconta, ad esempio, che i Greci avevano più termini per il mare: hals è il sale, il mare come materia; pelagos è la distesa, il mare come immagine; pontos è il mare come vastità e viaggio.
Del romanzo possiede però tutta la forza narrativa che trasporta il lettore attraverso i racconti brevi e nitidi, dove le onde “hanno un ruolo importante nella drammaturgia del mare, negli spettacoli, negli avvenimenti”.
Nelle tre parti in cui è diviso il testo (Breviario – Carte – Glossario), il Mediterraneo di Predrag Matvejević – uno degli scrittori più tradotti d’Europa – è anche il mare delle tempeste dei conflitti, dei viaggi dei migranti in fuga da guerre e miseria, ma soprattutto il mare delle culture che si sono incontrate e sovrapposte tra loro come un groviglio, mescolandosi. E che diventa “un grande romanzo di formazione, dall’Odissea in poi, che contiene la più grande storia dell’individuo che si avventura nel mondo e ritorna a casa, ossia a sé stesso”.

Rimani sempre aggiornato seguendoci su Facebook e Instagram!