Le Mediterranee (Astarte Edizioni, 2024) è il romanzo dello scrittore francese Emmanuel Ruben ambientato in Algeria e soprattutto vincitore dei prestigiosi Prix du roman historique (2022) e del Prix du livre européen et méditerranéen (2023) per l’efficacia con cui immerge il lettore nella ricchezza di un ambiente che lega “retaggio berbero, religione ebraica, lingua araba e cittadinanza francese“.
Dicembre 2017, periferia di Lione. Samuel Vidouble si riunisce con i parenti materni per la festa di Hanukkah, la festa ebraica nota anche come Festa delle Luci, la più popolare per via della sua osservanza, che si svolge tra novembre e dicembre e che dura otto giorni. È una ricorrenza che commemora la riconsacrazione del Secondo Tempio di Gerusalemme con l’accensione di 8 candele, una per ogni giorno.
Guardando le fiammelle che bruciano sul candelabro di famiglia, l’ultima prova tangibile dell’esistenza della “loro” Algeria, si dice che sia arrivato il momento di intraprendere il viaggio verso la terra in cui nessuno di loro ha più messo piede dal 1962. Comincia così il viaggio nella città di Costantina, nel nord del Paese maghrebino, antica capitale del regno di Numidia, poi divenuta romana – come attesta il suo nome dedicato all’imperatore romano Costantino – e non solo.

Ma come “tra gli ebrei la memoria precede la nascita”, per usare le parole del protagonista, la storia precede la geografia: la sua esperienza è un viaggio a ritroso nel tempo, attraverso le storie di nove donne. Nove, come i nove rami dell’antico candelabro di famiglia che, secondo la leggenda tramandata di generazione in generazione, sarebbe appartenuta alla Kahina, la Regina berbera che combatté gli arabi nel VII secolo.
Un’unica comunità: il Mediterraneo
Un viaggio che racconta quanto l’Algeria, esattamente come tutti i Paesi del Nord-Africa e del Maghreb in generale, ha vissuto sulla propria terra il passaggio di decine di popoli. Soprattutto la costa mediterranea, ma anche l’entroterra fino ad arrivare al Nord del Sahara, hanno da sempre attirato l’attenzione di navigatori e conquistatori.
Colonizzata dai Numidi e dai Fenici prima, conquistata dai Romani, dai Musulmani e dagli Ottomani e dominata infine dalla Francia da cui è indipendente dal 1962. Senza dimenticare la comunità ebraica e i nativi Berberi, i più antichi abitanti del Nord Africa che oggi cercano di difendere la loro identità all’interno del mondo arabo. Il Paese ha dunque rappresentato un crocevia di persone e merci che ne hanno determinato una grandissima differenziazione etnica.

Passato e presente si intrecciano in questo romanzo, sulle strade di un’Algeria dai contorni mitologici e nei racconti delle donne della famiglia. Tra le molteplici identità rivendicate – retaggio berbero, religione ebraica, lingua araba e cittadinanza francese – ciò che emerge è l’appartenenza a un’unica comunità: il vero Paese a cui appartengono è il Mediterraneo, quello degli esuli di ieri e di oggi, di Omero e Albert Cohen, di Ibn Khaldun e Albert Camus.
Rimani sempre aggiornato seguendoci su Facebook e Instagram!