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Il cinema del Mediterraneo è tornato: dal 9 al 19 novembre si sono tenuti gli imperdibili appuntamenti del MedFilm Festival. Il noto evento con cadenza annuale ha deliziato i cinefili con un ventaglio di nuove ed emozionanti proposte cinematografiche.
Decine di lungometraggi e cortometraggi sono stati proiettati in alcuni cinema della capitale, che quest’anno ha ospitato la 29esima edizione del Festival. Lo scopo? Auspicare un ritorno massiccio nelle sale, sostenere l’interculturalità e promuovere reti di cooperazione culturale ed economica tra le industrie del cinema del bacino mediterraneo.
Interessanti le proposte di quest’anno: quali sono i film da non perdere?
MedFilm Festival: Mediterraneo e cinema
Giorni intensi al MedFilm Festival, l’unico evento in Italia dedicato al cinema dell’area mediterranea, nel corso del quale è stata presentata una carrellata di prodotti cinematografici, rigorosamente in lingua originale e sottotitolati.Le undici giornate hanno visto l’alternarsi di incontri, prime visioni, cerimonie di premiazione e congressi imprenditoriali internazionali attraverso i MedMeetings. Questa piattaforma professionale ha creato l’occasione perfetta per instaurare nuove reti tra i professionisti dell’industria cinematografica provenienti dall’area euro-mediterranea.
D’altronde, il Festival nasce proprio con lo spirito di conciliare l’universo culturale cinematografico, in grado di fornire uno specchio sull’identità e la diversità dei popoli del Mediterraneo, e il dialogo interculturale. Non stupisce, dunque, che questo evento internazionale sia nato nel 1995, in occasione del centenario del cinema e della dichiarazione di Barcellona.
I vincitori del 2023
Tra i film da non perdere si segnalano, primi tra tutti, i vincitori del Festival, a cominciare dai tre lungometraggi premiati dal concorso ufficiale di quest’anno. I film in questione sono: Dancing on the Edge of a Volcano di Cyril Aris, vincitore del premio Amore e Psiche per il miglior film; The Burdened di Amr Gamal, premio speciale della giuria; e The Mother of all Lies di Asmae El Moudir, con il premio espressione artistica.
Lo sfondo di Dancing on the Edge of a Volcano è la devastata Beirut, ferita dalla recente esplosione che ha messo in ginocchio l’intera città, già paralizzata dalla crisi. A riempire questo triste scenario, tuttavia, si contrappone il racconto di una forte passione per il cinema. Questo amore si materializza nel lavoro di una troupe cinematografica alle prese con la realizzazione di un film nella capitale libanese.
Anche The Burdened offre lo spaccato di una società, quella yemenita, spesso dimenticata e straziata dalla guerra. Così, il dramma di una famiglia della classe media, in gravi condizioni economiche, offre un quadro crudele sulle conseguenze della guerra civile.
Di carattere introspettivo è, invece, The mother of all lies, incentrato sulla storia-documentario della vita della regista marocchina Asmae el Moudir. Si descrive il viaggio nelle sue memorie a metà tra realtà e finzione.
Altri titoli e i cortometraggi
Oltre ai titoli menzionati, meritano una menzione speciale anche: Endless Borders di Abbas Amini, vincitore del premio diritti umani di Amnesty International, e il prodotto spagnolo Secaderos, vincitore del WWF MedFilm Award. Quest’ultimo è stato premiato “per la capacità di raccontare la natura non come luogo o contesto, ma come senso di vita, fuggendo alla tentazione dell’idillio bucolico”.
Infine, tra i cortometraggi, si segnalano i due vincitori del premio Methexis e del premio Cervantes Roma: rispettivamente, La voix des autres e Back. Il primo, opera della regista Fatima Kaci, racconta le “voci” di donne e uomini in esilio attraverso le traduzioni di un’interprete tunisina in Francia.
Il regista siriano Yazan Rabee, invece, narra l’incubo dei rifugiati siriani, costretti ad abbandonare la propria patria, attraverso metafore delicate e suggestive.
I titoli presentati al Festival del cinema offrono, in conclusione, una ricca varietà di storie mediterranee assolutamente da scoprire.
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