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Chi fu il successore del celebre faraone Cheope? Spesso si tende a rispondere menzionando la figura di Chefren, dimenticandosi di Djedefra, vero erede diretto alla morte del padre. La memoria di questo faraone, tuttavia, è stata minata per lungo tempo. Ciò avviene poiché su tale figura si stagliano diverse ombre e una grave accusa di omicidio: fu per questo che venne condannato alla damnatio memoriae?
Le origini di Djedefra, e la morte di Kauab
Il giovane faraone, il cui vero nome probabilmente fu Radjedef (“stabile come Ra”, dall’omonimo dio egizio del sole), nacque dal matrimonio tra Cheope e la regina Meritites I. Trattandosi di un secondo figlio, l’ascesa al trono sarebbe spettata al fratello maggiore Kauab (o Kuaf, secondo altre fonti).
La successione, tuttavia, non andò secondo i piani. Kauab, ancora giovane, morì prima di poter ascendere al trono del padre: fu così che Radjedef, alla morte di Cheope, divenne faraone. Tale regno, secondo le testimonianze antiche, fu breve: durò dagli otto agli undici anni. Tuttavia, di Djedefra restano pochissimi indizi: la sua stessa piramide, forse più alta di quella del padre, venne quasi completamente rasa al suolo. Ma perché?
Omicidio o falso storico?
Secondo teorie a lungo tramandate, Djedefra si sarebbe macchiato del più orribile dei crimini. Avrebbe, infatti, fatto uccidere Kauab, vero erede al trono, per usurparne il titolo. Tali indiscrezioni sarebbero supportate dai pochissimi resti del regno del faraone giunti fino a noi, la cui caratteristica risiederebbe proprio nel danneggiamento volontario, provocato artificialmente.
Di Djedefra, infatti, sono arrivate ai giorni nostri poche statue, spezzate; non solo, si sarebbe tentato di cancellare più volte il suo nome su alcuni monumenti. Infine, il mistero più grande resta legato alla sua piramide: situata ad Abu Rawash, secondo le descrizioni antiche sarebbe stata alta più di 150 metri, superando quella del padre.
Di tale monumento, tuttavia, resta ad oggi solo la base: si è speculato a lungo su come fosse stata proprio la famiglia di Djedefra a farla distruggere, per cancellarne la memoria. In età contemporanea, però, si è smentita tale teoria: il faraone sarebbe successo regolarmente al padre. Il motivo per cui la piramide, invece, non sia arrivata integra ai giorni nostri dipenderebbe dagli antichi dominatori romani, che ne avrebbero utilizzato la pietra per farne degli edifici.
La storia di Djedefra, dunque, resta avvolta nel mistero: gli egittologi, tuttavia, continuano a lavorare sul suo caso, cercando tutte le possibili prove per scagionarlo. Il regno di Radjedef, situato tra due dei più famosi re egiziani, potrà essere restituito ai libri di storia privo della damnatio memoriae? Solo il tempo, assieme alle ricerche degli archeologi, potranno confermare o smentire le teorie create nei millenni.
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