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Felipe VI, Re di Spagna

Felipe VI, Re di Spagna dal 2014, è l’undicesimo sovrano Borbone. Sin dalla sua incoronazione, ha segnato una rottura con la tradizione.

Giulia Di Bartolo by Giulia Di Bartolo
9 Aprile 2025
in Europa, Storia, Storie di vite
Reading Time: 4 mins read
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La bandiera spagnola.

Bandiera di Spagna. Crediti: Benjamín Núñez González via Wikimedia Commons. CC BY-SA 4.0

Contenuti

  • La reggenza Borbonica in Spagna
  • Principe delle Asturie
  • Re Felipe VI

Felipe VI, Re di Spagna dal 2014, sin da subito ha cercato di dare al suo regno un’impronta quanto più possibile trasparente e vicina al popolo. Discendente di una dinastia longeva, è l’undicesimo sovrano Borbone.

La reggenza Borbonica in Spagna

La casata dei Borbone iniziò a regnare in Spagna nel 1700, dopo la Guerra di Successione Spagnola, scatenatasi quando la regione della Castiglia divenne sostenitrice della famiglia Borbone e l’Aragona degli Asburgo. Fino al 1808, il loro regno viene ricordato come il periodo dell’“Illuminismo politico spagnolo”. Sotto il regno di Carlo III Borbone, la Spagna visse un periodo di grandi riforme politiche ed economiche. Cercò di modernizzare l’amministrazione ed il sistema fiscale e promuovere l’istruzione pubblica sostenendo, allo stesso tempo, l’industria ed il commercio.

Carlo III Borbone, Re di Spagna.
Ritratto di Carlos III (ca. 1765) di Anton Raphael Mengs. (Museo del Prado)
Crediti: Crisco1942 via Wikimedia Commons. Public Domain

La Spagna, come molti altri Paesi europei, ha una lunghissima storia di sovrani, ed una sovrana, alle spalle. Il regime monarchico, da lungo tempo caratterizzante la forma di governo spagnolo, si è interrotto nel 1931. In quell’anno fu proclamata la Seconda Repubblica Spagnola. Tuttavia, ciò non fu sufficiente a placare le tensioni interne che condussero alla Guerra Civile Spagnola pochi anni dopo.

Nel 1939 Francisco Franco instaurò un regime dittatoriale durato fino alla sua morte, nel 1975. In seguito, fu immediatamente istituita la monarchia parlamentare come forma di governo; la monarchia spagnola venne restaurata pacificamente e si impegnò a ricoprire un ruolo cardine nel passaggio dal Franchismo alla democrazia nel corso degli anni Settanta. È proprio il re, infatti, ad essere garante dell’unità dello Stato e della democrazia nel paese, secondo la Constitución Española de 1978. 

Quella vigente attualmente in Spagna è una forma di democrazia rappresentativa, in cui il ruolo occupato dal sovrano è in realtà puramente rappresentativo e cerimoniale. Il re è il capo dello Stato e comandante in capo delle Forze armate, ma è il parlamento a detenere il potere legislativo.

Principe delle Asturie

La carriera accademica del Principe Felipe inizia in una normale scuola privata. In seguito, ha frequentato il Lakefield College in Ontario. Ha ricevuto una rigorosa istruzione militare frequentando l’Accademia Generale di Saragozza, la Scuola Navale di Marín e l’Accademia Generale dell’Aria di San Javier.

Primo Re di Spagna ad aver conseguito un titolo universitario, ha studiato legge all’Università di Madrid e successivamente completato un master in Relazioni Internazionali presso l’Università di Georgetown. Grazie al suo percorso accademico di successo, Felipe parla fluentemente sei lingue.

Ai Giochi Olimpici di Barcellona del 1992 è stato membro della squadra di vela olimpica, classificandosi in sesta posizione; ha inoltre preso parte alla cerimonia di apertura come portabandiera della Spagna, come suo padre e sua sorella Cristina prima di lui.

Ben prima del suo insediamento come Sovrano, il principe Felipe ha attivamente promosso gli interessi economici e commerciali della Spagna all’estero, presiedendo fiere e mostre internazionali tra cui Expotecnia ed Expohabitat.  Si è impegnato nella promozione e fondazione di centri e cattedre universitarie per promuovere la storia della penisola iberica.

Dopo gli attentati di Madrid del 2004, l’allora Principe delle Asturie, insieme alle sue sorelle, furono i primi membri della famiglia reale spagnola a scendere in strada per prendere parte a una manifestazione pubblica. 

Alto ben 197 cm, nel 2011 è entrato nel Guinness World Record come il membro di una famiglia reale più alto del mondo.

Re Felipe VI

Re Felipe VI
Ritratto ufficiale del Re Felipe VI. Crediti: Myan1948 via Wikimedia Commons. CC-BY-SA-4.0

Il 19 giugno Re Juan Carlos ha abdicato, cedendo al figlio la fascia di Comandante dell’esercito di Terra, Aria e Mare, simbolo del trasferimento del potere reale e militare. Viene così proclamato re di Spagna con il nome di Felipe VI, in un clima di forte sfiducia nei confronti della monarchia. Durante il suo primo discorso al Parlamento, riportato da El País, ha annunciato di volersi impegnare per “una monarchia rinnovata per un tempo nuovo”, dove “la corona deve essere vicina ai cittadini e guadagnarsi il loro rispetto“.

Dal momento della proclamazione, l’attuale erede al trono è la figlia maggiore Leonor, principessa delle Asturie; sarà la seconda regina regnante della storia spagnola dopo Isabella II.

Nei suoi primissimi atti da re ha mostrato, insieme alla consorte regina Letizia, il sostegno della corona alle vittime del terrorismo, ai rappresentanti delle ONG e alle associazioni LGBT. In alcuni atti ufficiali, ha consentito l’assenza di simboli cattolici, nel rispetto della natura aconfessionale della Spagna, sancita dalla Costituzione. Durante la sua incoronazione, infatti, non ha giurato sui Vangeli, e non si è tenuta, in seguito, la tradizionale Messa dello Spirito Santo. Si è definito, in questa occasione, un Re costituzionale.

Nel 2022, Re Felipe ha mantenuto la sua promessa di trasparenza, rendendo pubblico il proprio patrimonio personale, che ammonta a 2,5 milioni di euro. Ha inoltre dichiarato di non intrattenere rapporti finanziari con l’estero e di aver sempre versato le tasse sui propri guadagni. Questo gesto ha seguito le parole pronunciate durante la cerimonia di insediamento nel 2014, quando il Re sottolineò l’importanza di una vita pubblica esemplare: “I cittadini, giustamente, richiedono che i principi morali ed etici siano alla base della nostra condotta pubblica. E il re, alla guida dello Stato, deve essere non solo un punto di riferimento, ma anche un servitore di questa legittima aspettativa di tutti i cittadini”.

 

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