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Ogni anno, a Pasqua, c’è un momento che mette tutti d’accordo: quello in cui, finalmente, si scartano le uova di Pasqua. Ma perché proprio le uova? E perché di cioccolato?
Perché le uova a Pasqua?
L’uovo è uno dei simboli più antichi dell’umanità. Da sempre rappresenta la vita che rinasce, la fertilità, l’eternità. In molte culture precristiane, come quelle persiana, greca e romana, si offrivano uova decorate durante le celebrazioni di primavera, in quanto stagione di risveglio e rigenerazione della natura.
In molte tradizioni, l’unione tra Terra e Cielo dava origine a un uovo cosmico, simbolo di vita. Per gli antichi Egizi, era considerato l’origine dell’universo, il punto d’incontro dei quattro elementi fondamentali: aria, acqua, terra e fuoco. I contadini romani, invece, seppellivano nei campi un uovo dipinto di rosso per propiziare un buon raccolto. In Grecia, alcune statue di Dioniso rinvenute nelle tombe della Beozia raffigurano il dio con un uovo in mano, segno del ritorno alla vita. Al contrario, nel culto misterico dell’orfismo, l’uovo era bandito: i suoi seguaci cercavano infatti di liberarsi dal ciclo delle reincarnazioni, e quindi dal ritorno all’esistenza terrena.
Con l’avvento del Cristianesimo, questo simbolismo si intreccia con la liturgia pasquale. L’uovo diventa metafora della resurrezione di Cristo: chiuso in un guscio che richiama la tomba, ma pronto a far scaturire nuova vita. Durante il Medioevo, la Chiesa proibiva il consumo di uova durante la Quaresima; al termine del digiuno, queste venivano benedette e regalate come segno di festa. Le uova deposte in quella settimana venivano decorate e donate ai bambini: nasce così la tradizione delle “uova della Settimana Santa”.

Anche nella Pasqua ebraica (Pesach) l’uovo è presente nel piatto rituale: simboleggia il ciclo della vita e della morte, unendo il lutto per ciò che è stato alla speranza di una rinascita.
Le prime preziose sorprese
Nel mondo cristiano la tradizione del dono dell’uovo si diffonde in particolare a partire dal Medioevo, soprattutto in Germania. Tra la gente comune si usava bollire le uova e colorarle naturalmente, avvolgendole in foglie e fiori. Tra i nobili, invece, nasce l’abitudine di realizzare uova in materiali preziosi come argento, platino e oro, finemente decorate.

Questa tradizione raggiunge il suo apice nel XIX secolo, nella Russia zarista. L’orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846–1920), su incarico dello zar Alessandro III, realizza per la zarina una collezione straordinaria di uova gioiello: il primo esemplare era in platino smaltato di bianco e conteneva al suo interno un altro uovo dorato, che a sua volta racchiudeva due doni simbolici – una miniatura della corona imperiale e un pulcino d’oro.
Quando sono nate le uova di cioccolato?
La storia delle uova di cioccolato inizia, secondo alcune fonti, alla corte di Luigi XIV. Il Re Sole avrebbe commissionato al suo chocolatier un uovo speciale, realizzato con crema di cacao, da donare durante le celebrazioni pasquali. L’esperimento, però, non riscosse grande successo e l’idea rimase a lungo in sordina.
A rilanciarla, poco dopo, furono alcuni artigiani piemontesi. A Torino, nel 1725, la signora Giambone, proprietaria di una bottega in via Roma, ebbe l’intuizione di riempire i gusci vuoti delle uova di gallina con cioccolato fuso. Un gesto semplice, che avrebbe avuto un enorme successo: è qui che si può trovare l’origine delle uova pasquali come le conosciamo oggi.
Nel corso del XIX secolo, furono soprattutto gli artigiani svizzeri e tedeschi a perfezionare la lavorazione del cioccolato, modellandolo in forme vuote e raffinate. In Italia, la produzione su larga scala iniziò nel Novecento, ma fu negli anni Venti che si introdussero le prime uova con sorpresa, una novità che avrebbe conquistato il cuore di generazioni di bambini.
A suggellare il legame tra tradizione, tecnica e meraviglia, resta il primato italiano dell’uovo di Pasqua più grande mai realizzato: nel 2011, a Cortenuova, l’azienda dolciaria Tosca ha presentato un uovo interamente di cioccolato alto 10,39 metri, con una circonferenza di 19,6 metri e un peso di 7.200 chilogrammi. Un’impresa che è entrata nel Guinness World Record: un simbolo antico che continua ad ispirare nuove e straordinarie forme di creatività.
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