Contenuti
A Marsiglia, nel Sud-Est della Francia, esiste un giardino le cui piante sono memoriali che contribuiscono allo sviluppo di una storia condivisa. Si tratta del Giardino delle Migrazioni, situato all’interno delle mura di Fort Saint-Jean e fa parte del progetto MuCEM, Museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, museo nazionale aperto nel 2013, quando la città fu capitale europea della cultura.
Il Giardino delle Migrazioni occupa più di 10.000 metri quadrati, come una sorta di enciclopedia mediterranea di piante, organizzata in quindici quinte, quindici diverse aree tematiche che superano quella forzata distinzione tra autoctono ed esotico, fra alieno e aborigeno. Si articola lungo un percorso “sia sensoriale che didattico che descrive i molteplici percorsi dell’integrazione delle piante nei paesaggi e nelle culture”, come spiega il sito del MuCEM.
Le piante raccontano il melting pot mediterraneo
Si trovano il Giardino degli Aranci, dei Mirti e dello Zafferano, le piante selvatiche, come il cardo mariano e la malva, tipiche dei terreni incolti, ma utilissime al benessere dell’uomo. Si continua con il Sentiero delle Aromatiche che, attraverso la sollecitazione olfattiva, ne incoraggiano il tatto. E poi il Giardino del Vento e quello della Collina in un mosaico di paesaggi e terrazze coltivate che celebrano la vegetazione del Mediterraneo: macchia, prato fiorito, filari di viti, frutteto.
Si aggiungono il bosco di Lecci, le sette erbe curative di San Giovanni – lo stesso santo che ha conferito il nome al Forte – come l’achillea e l’artemisia, un tempo raccolte per allontanare gli incantesimi la mattina del 24 giugno, giorno in cui tradizione vuole che sia nato San Giovanni Battista.
E ancora l’Orto Mediterraneo con pomodori, peperoni, melanzane che rievocano scambi e migrazioni antiche, e soprattutto il sentiero etno-botanico lungo la passerella sospesa con eccezionale vista sulla città, piante curative, stregate, velenose, comprese le farmacopee ebraiche, musulmane e cristiane sulle diverse sponde del Mediterraneo. In un grande affresco mistico e mitologico raccontato dalle specie vegetali.
Piante come supporti di memoria condivisa
Basta alzare lo sguardo sull’incredibile panorama per rendersi conto di come storicamente tutto questo sia stato possibile: i porti vecchio e nuovo di Marsiglia narrano di punti di arrivo e di partenza di persone e piante diverse, divenendo emblema di mescolanze e meticciati, mixitè naturale sociale culturale.

Abbassando lo sguardo, invece, si cammina, come si diceva, tra le mura del Fort Saint-Jean, chiuso al pubblico per oltre un secolo e costruito sulle vestigia greche e romane dell’antica città-stato, parte integrante della storia militare e politica di Marsiglia. In una stratificazione tipica della cultura mediterranea. “Bisogna girarci intorno più volte – scrivono ancora dal MuCEM – , salire i gradini, perdersi, tornare sui propri passi per rendersi conto dei diversi punti di vista che si possono trovare sui livelli intorno alla Piazza d’Armi del Forte”.
Grazie alla sua posizione geografica, il Jardin des Migrations evoca dunque la mescolanza di culture intorno al Mediterraneo e le piante che le accompagnano. È accessibile tutto l’anno e non ha mai la stessa fisionomia, che cambia con le stagioni in base ai periodi di fioritura. In un viaggio botanico che diventa riflessione sull’inclusione dove le culture si mescolano e “le piante sono supporti di memoria che fanno parte di una storia comune”.
Rimani sempre aggiornato seguendoci su Facebook e Instagram!