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Dal 6 al 9 settembre alcune strade nella provincia spagnola di Granada si tingono di nero. Nulla a che vedere con tradizioni “oscure” o usanze funebri: si tratta, piuttosto, del Cascamorras, una ricorrenza popolare davvero singolare che ogni anno coinvolge un gran numero di andalusi e, già da qualche tempo, turisti.
La festa si inserisce nel circuito delle feste di interesse turistico internazionale e ha un forte valore storico e culturale per gli abitanti di Baza e Guadix, i due comuni in cui si svolge la celebrazione. Di impronta religiosa, ma anche fortemente folkloristica, il Cascamorras vanta una tradizione che risale probabilmente al Medio Evo e risveglia la rivalità tra due realtà cittadine molto simili tra loro.
Qual è, dunque, la storia della festa di Cascamorras? E, come si svolge?
La festa di Cascamorras
Questa festa ruota attorno alla figura del Cascamorras, un uomo di Guadix in abiti tradizionali cui viene assegnata una missione ben precisa: recuperare la reliquia della Vergine della Pietà custodita presso una Chiesa di Baza. Lo scopo? Restituirla a Guadix, il suo presunto luogo di appartenenza.
Il giovane comincia, così, una corsa per le strade di Baza, diretto verso il luogo dove è conservata l’immagine della Vergine, ma viene inseguito dai bastetanos (i cittadini di Baza) che cercano di ostacolare la sua impresa lanciandogli addosso della vernice nera. Secondo la tradizione, infatti, qualora il Cascamorras riuscisse a prelevare la reliquia da Baza senza sporcarsi, avrebbe il diritto di portarla a Guadix; in caso contrario, questi tornerebbe a casa a mani vuote.
Non sporcarsi, però, è praticamente impossibile, data la folta massa di bastetanos che si raccoglie attorno al giovane. Così, l’ultimo giorno della festa andalusa, il 9 settembre, il Cascamorras ritorna a Guadix, dove i suoi concittadini gli riservano lo stesso trattamento, a colpi di pittura, per aver fallito nell’impresa di riportare la reliquia della Vergine della Pietà.
Il dinamismo e il colore della celebrazione sono gli ingredienti perfetti per una grande partecipazione giovanile.
Le origini: rivalità tra Baza e Guadix
Le origini della festa affondano nel passato, sebbene non sia chiaro quando di preciso. Tra le versioni più diffuse, vi è, però, quella che risale al XV secolo. Secondo una narrazione popolare, nel 1490 un operaio di Guadix, un certo Juan Pedernal, che stava lavorando su un antico eremo mozarabico a Baza, scoprì per caso una reliquia della Vergine della Pietà.
Mentre stava per abbattere un muro, udì una voce che diceva: “Pietà di me!”. Colto alla sprovvista, l’uomo estrasse alcune pietre e trovò un’immagine della Vergine Maria. In seguito all’incredibile scoperta, Juan Pedernal portò con sé la reliquia a Guadix. Gli abitanti di Baza, tuttavia, vi si opposero, reclamando la proprietà dell’immagine che secondo loro sarebbe dovuta appartenere al luogo del suo ritrovamento.
Si giunse infine a una sentenza, stabilita da un tribunale, secondo la quale la reliquia sarebbe stata conservata a Baza. A Guadix fu concesso solo di impossessarsene una volta l’anno per celebrarvi una funzione religiosa. Come è facilmente prevedibile, gli accitanos (abitanti gi Guadix) rimasero parecchio scontenti della decisione.
Così, secondo la tradizione, un buffone di corte accitano provò a rubare la reliquia, ma fallì nel suo intento, costretto alla ritirata dai cittadini di Baza che cominciarono a inseguirlo e a lanciargli addosso ciò che avevano a portata di mano. Il Cascamorras sarebbe, dunque, un’evoluzione proprio di questa figura.
Una festa “violenta”?
Oggigiorno il Cascamorras rappresenta un’occasione per fare festa, per divertirsi e sporcarsi nella mischia, all’inseguimento del personaggio che dà il nome all’evento. Così, la componente ludica e umoristica è divenuta essenziale, ma la “leggerezza” non è sempre stato un tratto caratterizzante dei festeggiamenti del Cascamorras.
Un paio di studi, Transformaciones culturales y procesos de patrimonialización en un ritual festivo: el caso de Cascamorras e Ritual y fiesta, el caso del Cascamorras, hanno descritto come fino agli anni ’80 questa celebrazione fosse animata da uno spirito meno festoso a causa di alcuni atteggiamenti aggressivi dei partecipanti, quasi esclusivamente uomini, verso il Cascamorras.
Il carattere “pericoloso” della festa fu messo al centro di una polemica, innescata dalla trasmissione di un reportage televisivo intitolato Raíces nel 1976. Il programma documentava la celebrazione di Cascamorras nei due comuni andalusi, descrivendola in termini di barbarità. Venivano usate le seguenti parole:
[El Cascamorras es] un hombre fuerte y ágil, un hombre que corre para evitar la agresión. […] lo que trata de evitar el cascamorra es ser víctima de la agresión […].
“[Il Cascamorras è] un uomo forte e agile, un uomo che corre per sfuggire all’aggressione. […] ciò che il Cascamorras cerca di evitare è essere vittima dell’aggressione […].” Le immagini erano altrettanto loquaci: mostravano il Cascamorras mentre veniva strattonato e buttato a terra.
Il documentario suscitò un’ondata di proteste che spinse i cittadini di Baza e Guadix a rivendicare il carattere religioso e identitario della celebrazione. Così, pian piano, l’impeto dei partecipanti si placò, mutando il clima della celebrazione e trasformandola nella festa allegra che conosciamo oggi. Sebbene il rischio di farsi male non sia nullo, questo è più da imputare, come per qualsiasi festival, a incidenti dovuti a una grande partecipazione in massa, che a specifiche e arbitrarie azioni violente.
La festa di Cascamorras è, pertanto, un evento imperdibile accessibile a tutti su una delle tante tradizioni popolari che la Spagna ha da offrire.
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