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La tradizione delle competizioni artistiche ha radici antiche che affondano nell’antica Grecia, dove il teatro e la musica erano al centro della vita culturale. Nei Giochi Pitici di Delfi, in onore di Apollo, la competizione musicale era un evento attesissimo, in cui gli artisti che si esibivano potevano dimostrare la propria abilità. Questo spirito di gara e celebrazione dell’arte trova una moderna e perfetta incarnazione nei festival musicali, dove il talento viene premiato e consacrato dal pubblico e dalla critica. Tra questi, il Festival di Sanremo spicca come punto di riferimento per la musica italiana, con una storia che attraversa generazioni.
La tradizione musicale italiana
Nato ufficialmente nel 1951, Sanremo è diventato nel tempo un simbolo della cultura italiana, riflettendo i cambiamenti sociali e musicali del Paese. La prima edizione si svolge nel salone delle feste del Casinò di Sanremo; tuttavia, le prime manifestazioni musicali che lo precedono risalgono agli anni ‘30, come il Festival partenopeo di canti, tradizioni e costumi (1932) e il Festival della Canzone Italiana di Rimini.
Proprio per questa capacità di essere il palco per eccellenza dei cambiamenti in atto nella società, negli anni ‘50 e ‘60, il festival ha rappresentato la rinascita dell’Italia nel dopoguerra. Le canzoni, oltre ad esprimere speranza ed ottimismo, riflettevano anche il cambiamento dei costumi e il desiderio di un Paese che, attraverso la musica, cercava di rinnovarsi e di affermare la propria modernità. Brani come Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno e 24.000 baci di Adriano Celentano, che celebravano l’amore e la gioia di vivere, hanno segnato un’epoca, facendo conoscere la melodia italiana nel mondo.

Negli anni ‘70, la competizione si sposta finalmente al Teatro Ariston. Nel 1973 la kermesse è stata trasmessa per la prima volta in diretta in Eurovisione. Sanremo ha visto emergere in quegli anni artisti che portavano nuove sonorità e testi più impegnati, come Il mio canto libero di Lucio Battisti e Mogol e Canzone per te di Sergio Endrigo.
Gli anni ‘80 hanno segnato una svolta nella consacrazione del genere pop, viene istituita la separazione tra “Big” e “Nuove Proposte”, favorendo così l’emersione dei nuovi talenti. Sanremo diventa un trampolino di lancio per artisti destinati ad una lunga una carriera internazionale. È il caso di Eros Ramazzotti e Zucchero, che hanno portato la musica italiana oltre i confini nazionali, aprendo la strada a un pop più moderno e a influenze provenienti da diverse parti del mondo.
Dagli anni 2000 in poi, il festival ha continuato a rinnovarsi, dando spazio a generi diversi e lanciando nuovi fenomeni musicali. Dagli esordi di Mahmood con Soldi al rock dei Måneskin con Zitti e buoni, Sanremo ha dimostrato di essere ancora oggi un palco fondamentale per affermarsi nel panorama musicale. La capacità del Festival di adattarsi è ulteriormente confermata dalla partecipazione in gara, negli ultimi anni, di artisti rapper e trapper.
Sanremo e la lingua italiana
Sanremo non è solo intrattenimento: fin dalla sua istituzione, ha svolto un ruolo chiave nell’unificazione linguistica del Paese e nella diffusione dell’italiano standard. Negli anni ‘30 e ‘40, i testi erano caratterizzati da una retorica enfatica: ne è un esempio classico Signorinella di Bovio e Valente, del 1931. Negli anni ‘50, quando molti italiani parlavano ancora il dialetto regionale, il festival ha contribuito così a unificare il linguaggio attraverso la musica. Canzoni semplici, dal testo chiaro e cantabile, hanno avvicinato il pubblico a un italiano accessibile e condiviso, perfetto strumento di coesione culturale.
Dagli anni ‘60, con la nascita dei cantautori, si assiste a una svolta: il linguaggio si fa più colloquiale e quotidiano, come in Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco. Negli anni ‘80 e ‘90, invece, si assiste a un ritorno al dialetto. Artisti come Fabrizio De André lo usano in chiave lirica, mentre le posse in chiave più polemica e ideologica. Ad oggi, la possibilità di presentare testi di canzoni in dialetto ha subito diverse modifiche nel tempo, fino ad essere del tutto restaurata.
L’edizione 2013 ha offerto un interessante spaccato della varietà stilistica del festival, come l’ironica La canzone mononota di Elio e le Storie Tese. Un esperimento audace, un’autoironia sulla struttura musicale stessa, quasi fosse una metacanzone.
Temi ricorrenti della canzone italiana al Festival di Sanremo
E proprio in questa funzione di specchio della società, il Festival ha da sempre messo in scena temi universali che riflettono i cambiamenti culturali e sociali, dall’identità nazionale alla modernità. L’amore e la malinconia sono stati i fili conduttori di molte edizioni, elementi cardine della musica italiana. Da Al di là di Betty Curtis a La solitudine di Laura Pausini, i testi sanremesi hanno spesso raccontato di emozioni profonde e universali in cui è facile riconoscersi.

Ma Sanremo è stato anche un palco per l’impegno sociale e la protesta. Durante gli anni ’70, un periodo segnato da crisi politiche e tensioni sociali, Sanremo si fece portavoce di un cambiamento nei testi e nelle sonorità, riflettendo il malessere e la ricerca di risposte in un contesto turbolento. In quegli anni, Lucio Dalla con Piazza Grande ha raccontato il disagio esistenziale di un uomo ai margini della società. Non mi avete fatto niente di Ermal Meta e Fabrizio Moro è un inno contro la paura e la violenza nel mondo, mentre L’Essenziale di Marco Mengoni ha affrontato il tema della ricerca di autenticità in un mondo frenetico.
Infine, il festival ha celebrato più volte l’identità italiana, come L’Italiano di Toto Cutugno (1983). Canzoni più recenti, tra cui Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani (2017) sono in grado di ironizzare sulle contaminazioni culturali globali con una forte impronta pop.
Sanremo negli anni si è riconfermato come evento che attraversa e segna la storia italiana. La musica continua a essere un campo di sfida e celebrazione e Sanremo, con la sua capacità di rinnovarsi pur restando fedele alla propria essenza, ne è la dimostrazione perfetta.
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