È l’affascinante incontro di due culture che si affacciano sull’Adriatico, caso unico in Italia, quella dei Moliški Hrvati, i croati del Molise, la minoranza linguistica che si è costituita nel territorio compreso tra i fiumi Biferno e Trigno, in provincia di Campobasso.
Giunsero iz d’one bane mora, dall’altra parte del mare, tra il XIV e il XVI secolo per sfuggire all’avanzata ottomana nei Balcani. L’anno decisivo fu il 1453, quando con la conquista di Costantinopoli, odierna Istanbul e al tempo capitale dell’Impero Bizantino, gli eserciti turchi, iniziarono l’espansione verso i territori settentrionali, abitati da popolazioni slave. Provocando il loro esodo verso la penisola italiana e ripopolando le terre che, in quegli anni, erano rimaste abbandonate a seguito del vastissimo terremoto del 1456 e della Peste del 1495.

La religione è proprio una delle ragioni per cui l’Italia, come paese cattolico più vicino, venne scelto come luogo di approdo. L’importanza della religione è evidente nei documenti raccolti dalla storiografia, ma anche negli aspetti materiali, come quello della costruzione di chiese che rappresentavano un segno di gratitudine per un arrivo fortunato nella nuova patria, nonché un luogo di incontro e connessione. Una storia che, nel suo microcosmo, parla di religioni e popoli del Mediterraneo.
La lingua che resiste ai secoli e ai mass media
A testimoniare queste migrazioni rimane la toponomastica di molti paesi della zona, come San Giacomo degli Schiavoni o Schiavi d’Abruzzo, che hanno perso però col passare dei secoli l’uso della lingua. Škjavuna, Slavi, è infatti il termine con cui storicamente si sono definite queste comunità.
Solo nei tre comuni di Acquaviva Collecroce (Živavoda Kruč), Montemitro (Mundimitar) e San Felice del Molise (Filič) la comunità slava ha mantenuto, sfidando i secoli e i condizionamenti linguistici dei mass media, le proprie tradizioni e il proprio idioma, il na-našu, antico dialetto slavo originario dell’entroterra dalmata. La manifestazione più popolare è la festa del Maja, il rito del Maggio che auspica un prosperoso raccolto dei frutti della terra attraverso la personificazione della Natura e che si svolge ad Acquaviva Collecroce.
Dal 1999 i governi di Italia e Croazia riconoscono la comunità come minoranza croata in Italia.
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