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Si dice che in Italia ogni pietra può raccontare una parte di storia. È il caso della Stele di Nora, antica città fenicia (VIII – VII secolo a.C.) della Sardegna – oggi parco archeologico (Area archeologica di Nora – Ministero della cultura) – che racconta del più grande debito della civiltà occidentale nei confronti dei Fenici: l’alfabeto fonetico, una delle invenzioni più importanti dell’umanità.
La Sardegna ci ricorda il grande debito dell’umanità verso i Fenici
Si tratta di un’epigrafe che risale a un periodo compreso tra il IX e l’VIII secolo a.C. ed è uno dei primi scritti fenici mai rintracciati nel Mediterraneo occidentale. Conservata all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, ha da subito posto la comunità scientifica di fronte all’enigma del suo contenuto: otto righe incise nell’arenaria porosa non solo costituite da caratteri di difficile lettura e dalla conseguente complessa interpretazione.

Di fatto è che dal 1773, anno del suo ritrovamento, da questo impasse non si esce: commemorazione di una spedizione militare o di una costruzione di un edificio? Celebrazione di una divinità? Una cosa però è certa: la traduzione di una parola. L’unica che mette tutti d’accordo è šrdn, Sardegna. È la prima testimonianza di questo termine in forma scritta che designa un territorio e di conseguenza un popolo, quello Sardo.
In Sardegna i piccoli simboli di una grande rivoluzione
Indipendentemente dal significato dell’epigrafe, questo documento dimostra che i Fenici utilizzavano per questa terra il nome che avevano trovato al loro arrivo, adattandolo al proprio alfabeto. E confermando che la civiltà fenicia, nota per le abilità marittime e mercantili, aveva stabilito rotte commerciali e colonie nel Mediterraneo occidentale molto prima dell’arrivo dei Romani.

Sardegna, Spagna, Nord Africa, Malta, Sicilia, Grecia e decine di porti del Mar Mediterraneo. Sulle rotte commerciali viaggiava anche la sapienza, il geniale alfabeto che con una tecnica rivoluzionaria che sanciva un segno grafico per ogni suono. Ventidue lettere combinabili in un sistema fonetico, richiedendo un apprendimento semplice che non ha pari nella storia dell’umanità perché permetteva di essere compreso e scritto più facilmente da tutti, non solo dagli scribi e dalla casta regale e sacerdotale. Una rivoluzione che fu fatta propria dai Greci prima e dal resto del mondo poi.
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