“Venti oggetti, venti storie che, come una stella polare, ci fanno da guida nella navigazione attraverso fatti, episodi, avvenimenti. E si intrecciano, si mescolano fino a creare una grande trama che ci racconta cosa è stato questo mare, lungo i secoli”.
La Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (Storia del Mediterraneo in 20 oggetti – Amedeo Feniello – Alessandro Vanoli), degli storici Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli (Laterza), è prima di tutto una attestazione di un grande amore per il proprio oggetto di studio, ma anche storia, filologicamente rigorosa, che accanto al dettaglio propone una visione d’insieme e una straordinaria chiave di lettura del “mare tra le terre”
Nella storia dell’abaco, ad esempio, si narra dei numeri cosiddetti arabi, che però erano indiani ma originari della Cambogia; della scoperta dello zero e di quanto scompigliò le credenze del tempo, al punto di essere considerato manifestazione del Diavolo tanto da vietarne l’uso. Del ruolo del matematico persiano al-Khuwarizmi – a cui si deve il termine algoritmo – e dell’italiano Leonardo Fibonacci che induce a riflettere sulle migrazioni nel Mediterraneo, e non solo quelle causate dalle guerre, che sono la regola da almeno tremila anni.
Perché Leonardo Fibonacci rientra in questa casistica, che è appunto la regola: “Da ragazzino seguì il padre in Nord Africa presso la dogana di Bugia (Béjaïa), per conto dei mercanti pisani — scrivono Feniello e Vanoli —, è uno dei tanti migranti del mare che tentano la sorte sul Mediterraneo, nella speranza che possano prosperare in un mondo più ricco, più avanzato, più evoluto. Solo che allora la direzione era contraria, rispetto a oggi: da nord la gente andava a sud, a partire dai primi italiani, gli amalfitani”.
Scambio parola chiave
Così è stato per la chitarra, l’anfora, la bussola, la padella: gli scambi, i commerci, l’apertura. “Le acque del Mediterraneo – chiosano gli storici – sono una barriera tra i tre continenti che vi si affacciano, l’Europa, l’Asia e l’Africa, ma sono soprattutto un luogo di incontro e di passaggio”.
Lo scambio non coinvolge soltanto le merci, ma anche i luoghi, i mercati, le città, gli uomini. Ed attraversa il tempo, dalle navi dell’antica Roma ai moderni portacontainer. E gli oggetti, in questo caso, sono la materia di scambio. Persino gli oggetti legati alla guerra e la violenza, come le catene o le spade, raccontano in realtà di scambi e contaminazioni.
Oggetti, come il pane, che hanno attraversato diverse culture, diventando simboli, uguali e diversi, per le tre religioni monoteiste, rivali e fraterne allo stesso tempo. Oggetti che raccontano della capacità che questo mare ha avuto nel creare confronto e relazione tra l’umanità che lo ha popolato.
Rimani sempre aggiornato seguendoci su Facebook e Instagram!