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Storica arteria del pellegrinaggio religioso, la Via Francigena è un lungo cammino che dal Nord Europa conduce alla sede della Cristianità, nel cuore dell’Italia. Ad oggi continuano a percorrerla numerosissime persone, ma le motivazioni che le attirano lungo questo antico percorso sono mutate in parte.
Alle esigenze devozionali e spirituali, si sono aggiunte anche altre spinte, di carattere laico. Dallo sport allo svago, dal turismo “lento” alla scoperta delle ricchezze enogastronomiche dei luoghi attraversati, esistono mille buone ragioni per intraprendere questo percorso.
Vale la pena, pertanto, scoprire la storia della Via Francigena e la sua interessante evoluzione fino ai nostri giorni. Essa detiene, infatti, ormai da trent’anni, la certificazione di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa” ed è uno dei cammini di pellegrinaggio più percorsi al mondo.
I tre cammini del cristianesimo: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme
La Via Francigena costituisce, insieme al Camino de Santiago de Compostela e di Gerusalemme, uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio cristiano in Europa e nel mondo. I motivi sono facilmente intuibili: il Vaticano a Roma è la sede papale; Gerusalemme, nota anche come Terra Santa, è il luogo del sepolcro di Cristo; infine, nella cattedrale di Santiago de Compostela sono conservate le reliquie dell’apostolo San Giacomo il Maggiore.
Questi cammini, che in passato sono stati fondamentali assi di collegamento intra-europei (e, in piccola parte, anche extra-europei nel caso del pellegrinaggio verso Gerusalemme), attirano ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Non si tratta di percorsi unici, ma di una rete di itinerari che conducono verso la medesima destinazione.
Si pensi al Camino de Santiago de Compostela, del quale è principalmente noto il percorso “francese”, che parte da Roncisvalle, al confine con la Francia nella Spagna settentronale, attraversando il paese da nord-est a nord-ovest. Oltre a questo cammino, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1993, esistono, infatti, tante rotte alternative, il cui punto d’arrivo resta sempre il capoluogo gagliego. Il cammino aragonese, portoghese, inglese e il cammino primitivo, sono solo alcuni di essi.

Lo stesso discorso si applica anche per il Cammino di Gerusalemme, tra le cui principali vie di tragitto europee si inserisce proprio quella Francigena. Giunti a Roma, i pellegrini continuavano il loro cammino verso la Puglia e, attraversando il Mar Tirreno, tagliavano per l’Albania e la Grecia; proseguivano poi in Turchia, Siria, Giordania, fino a raggiungere Gerusalemme.
Infine, va precisato che per “Via Francigena“, si fa riferimento a un preciso percorso: quello compiuto dall’arcivescovo Sigerico nel X secolo nel viaggio di ritorno da Roma a Caterbury, nel Sud-Est dell’Inghilterra. Superfluo precisare che gli itinerari che conducevano alla sede papale fossero molteplici.
Non solo un cammino devozionale
Il cammino percorso dall’ecclesiastico britannico fu accuratamente descritto nel suo diario di viaggio, dove egli ricostruì tutto l’itinerario, scandito in ben 80 tappe, tra Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia e Vaticano. La Via Francigena, letteralmente: “strada originata dalla Francia”, perché traeva le sue origini dal territorio abitato dai Franchi, è nota anche come via romea.
Si tratta di un percorso antico, una via devozionale lunga oltre 3200 km, attraversata nel Medio Evo, e successivamente, da molti pellegrini diretti a Roma. Affermatosi come importante asse di collegamento tra il Nord e il Sud europeo, divenne anche una via strategica per i traffici commerciali. Col tempo, tuttavia, si ramificarono ulteriori tracciati alternativi alla Via Francigena, con destinazione Roma. Furono chiamati anch’essi, non a caso, “vie romee”.
In Italia, ad esempio, per citarne sono alcuni, oltre alla Via Francigena, si conoscono anche la Via Romea Germanica, il Cammino di San Benedetto e il Cammino di San Francesco.
La rilevanza storico-culturale della Via pellegrinale percorsa da Sigerico è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa nel 1994 e ha ottenuto la prestigiosa certificazione di “Itinerario culturale”. Il cammino, in effetti, giocò un ruolo importante non solo negli scambi commerciali, ma anche in quelli culturali. Il suo attraversamento diede impulso, altresì, allo sviluppo di infrastrutture architettoniche e urbane in grado di offrire ospitalità ai pellegrini in viaggio e facilitarne il percorso. Sorsero, così, tra le tante costruzioni, chiese, ponti e xenodochi; questi ultimi erano strutture di appoggio medievali, adibite a ospizi gratuiti per pellegrini e forestieri.
La Via Francigena oggi
Le presenze certificate di pellegrini che hanno percorso la Via Francigena nel 2023 sono state 15.667 (dato estrapolato dal sito ufficiale delle Vie Francigene). Ciò rivela quanto il cammino continui a essere attrattivo per moltissimi fedeli, e non solo. Vi sono, infatti, diversi dati interessanti da evidenziare.
Innanzitutto, e come argomentato in uno studio intitolato Il Turismo Religioso: la Via Francigena, un’Opportunità per l’Italia, il numero di viaggiatori attratti dalle vie di pellegrinaggio è in aumento. Rispetto al passato, tuttavia, sono mutate le motivazioni; i viandanti sono spinti a percorrere queste vie non solo per motivi religiosi, che pur restano importanti spinte per molti, ma anche per ragioni di svago, di turismo, di sport, per il desiderio di vivere esperienze culturali, momenti di ritiro spirituale o, ancora, per mettersi alla prova.
Se si guardano da vicino i numeri dei pellegrini, si scopre, inoltre, che, rispetto al passato, le fasce d’età dei viaggiatori risultano più distribuite, con una crescente partecipazione giovanile. È in aumento anche la presenza femminile che nel 2023 ha registrato un 48% del totale dei partecipanti. Infine, la Via Francigena attrae sempre più presenze extra-europee. Tra le principali nazionalità attratte dalla Via Francigena si segnalano quella italiana, francese e svedese, cui si abbina un ingente numero di pellegrini statunitensi e australiani.

La visibilità della Via Francigena, pertanto, è indubbiamente in crescita e gli autori dell’articolo succitato ritengono che questa potrà esplodere, al pari del Camino de Santiago de Compostela, se si punteranno gli sforzi su un’accoglienza a basso costo lungo il percorso.
La Via Francigena nel Sud
Oltre alla Via Francigena che attraversa l’Italia da Nord a Centro Italia, snodandosi in ben 7 regioni (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio), molti pellegrini diretti a Gerusalemme proseguivano il loro cammino diretti verso il tacco dello stivale, dal quale sarebbero salpati alla volta dell’Oriente. Questo percorso è noto come “Via Francigena nel Sud“.
Lungo poco meno di 1000 km, il tracciato si districava da Roma lungo la Via Appia Antica, fino ai porti di Siponto, Bari, Egnazia, Brindisi e Otranto. Anche lungo questa Via, la presenza dei pellegrini è in crescita.
Sebbene questo tratto non goda della stessa popolarità della Via Francigena, candidata, tra l’altro, anche a Patrimonio Unesco, è un itinerario ricco di monumenti antichi e paesaggi mozzafiato, e oggi è un’attrazione per gli appassionati di trekking, enogastronomia e storia.
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