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Il Natale è alle porte: vivaci luminarie colorano già le strade cittadine e addobbi appariscenti strappano via la monotonia e la noia del quotidiano dalle case e dai negozi. La stagione natalizia è sinonimo di tradizione, religiosità, famiglia, festa.
Dai canti natalizi alle pietanze tipiche di questa ricorrenza, i Paesi del Mediterraneo trasformano il Natale in una gioiosa celebrazione che nutre un patrimonio di tradizioni ancora vivido. Se, da un lato, è ormai consolidata la presenza degli alberi addobbati, dei mercatini di Natale e dell’iconico Babbo Natale, dall’altro, alcuni Paesi mediterranei stupiscono i visitatori con usanze uniche ed esclusive. Quali sono e dove trovarle?
Tradizioni legate al legno
Tra le tradizioni natalizie più inaspettate, sicuramente va menzionata quella greca che consiste nel decorare, al posto del classico albero di Natale, un’imbarcazione. È un’antica pratica marinara nota come “Karavaki“, dal greco: “piccola barca”, ancora in auge in diverse isole del Paese.
La tradizione del Karavaki testimonia il profondo legame simbiotico tra la Grecia e il mare. Forse, per via della vegetazione presente nelle isole del Mar Egeo, e più specificatamente per la carenza di alberi “adatti all’addobbo”, i locali scelsero di impreziosire qualcos’altro per Natale. La brava gente di mare scelse ciò che era loro più familiare: le barche.
Nella non molto distante Croazia, invece, è viva la tradizione del “badnjak“. Questa consiste nel dar fuoco a un tronco di legno la sera della Vigilia e farlo ardere durante l’intero giorno di Natale. Il rituale, che simboleggia la luce in occasione della nascita di Cristo, si svolge all’interno delle abitazioni e subisce delle variazioni da regione a regione. Oggigiorno, tuttavia, è più praticato nelle aree rurali rispetto ai centri urbani.
Un’altra originalissima usanza natalizia legata al legno è quella del Caga Tió, o Tió de Nadal, nella Catalogna spagnola. Si tratta di una tradizione parecchio curiosa, e molto apprezzata dai più piccoli, perché legata all’offerta di ricche leccornie.
Il Caga Tió (dallo spagnolo, il Tió che “fa la pupù”) è un piccolo tronco antropomorfizzato, con un’estremità colorata in modo da suggerire un volto stilizzato. Il lato opposo viene nascosto da una copertina sotto la quale viene posto anche del delizioso torrone. Per Natale i bambini vengono invitati a cantare la canzoncina del Caga Tió dinanzi al tronco e a dargli dei colpetti con dei bastoncini. Terminato il rituale, viene svelata la sorpresa: si rimuove il piccolo telo che copre i dolcetti, i quali vengono finalmente consumati nell’euforia generale.
Babbo Natale e…?
Il Natale spagnolo conosce anche altri personaggi originali. Oltre al Caga Tió, si pensi, ad esempio, al Babbo Natale basco: il già discusso Olentzero. Incontrato nel nostro precedente articolo, l’anziano carbonaio che fuma la pipa non può non incuriosire ed essere paragonato al celebre Santa Claus.
Simile all’Olentzero, vi è poi l’Apalpador galiziano, un carbonaio omaccione che secondo le leggende locali lascia la sua casa sulle montagne nel periodo natalizio per recarsi nel vicino villaggio. Durante il cammino raccoglie le castagne che incontra, per offrirle poi ai bambini e augurare loro un anno di felicità e abbondanza.
La Comunità Autonoma della Cantabria, invece, abbraccia la leggenda di el Esteru, un personaggio mitologico dal carattere magnanimo e generoso, che di mestiere fa il boscaiolo. Anche lui, come Babbo Natale, regala doni ai bambini il giorno di Natale, ma lo fa in sella al suo fidato asino.
Nelle Asturie del Nord spagnolo, il “Signor Natale” si trasforma nuovamente. Nella versione locale el Angulero è un pescatore di anguille con la barba rossa e un impermeabile giallo. Anche in questo caso non sono contemplati renne e slitta, ma un mezzo di trasporto più modesto e coerente con il suo personaggio: una barca.
Sermoni, balli, giochi
Il Natale nel Mediterraneo rappresenta una ricorrenza unica in grado di offrire tante esperienze, dalle più spirituali alle più materialistiche.
A Malta, ad esempio, si celebra il Sermone del bambino, una tradizione religiosa del XIX secolo ancora fieramente in auge. Prevede che il sermone di Natale, normalmente recitato da un prete, venga, invece, raccontato da un bambino o da una bambina dai 7 ai 10 anni. Vengono organizzate anche delle processioni dove i protagonisti sono sempre bambini.
Più ad Oriente, invece, le comunità cristiane celebrano il periodo natalizio con un caratteristico ballo tradizionale: la dabka libanese. Questa allegra danza conosce diverse varianti e fa parte della tradizione folkloristica levantina. In Libano questa viene eseguita in gruppo. I danzatori battono i piedi a tempo seguendo il ritmo della darbuka, uno strumento a percussione, e si tengono per mano formando un semicerchio o un cerchio.
Il Natale, però, è anche gioco e scommessa: ne è un caso esemplare la Spagna, con la sua celebre lotteria “El Gordo” (letteralmente, “il grasso”). Questo gioco di fortuna attira ogni anno numerosi partecipanti grazie ai generosi premi in denaro in palio. Quest’anno l’estrazione dei numeri vincenti avverrà il 22 dicembre.
Il Natale nel Mediterraneo è, dunque, ricchissimo di sorprese che aspettano di essere scoperte e celebrate in compagnia.
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