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Matematico, taumaturgo, astronomo, filosofo e politico. Pitagora è una delle figure più complesse dell’antichità che ha parlato a tutti i secoli successivi. Si ricorda soprattutto per il teorema che porta il suo nome ma fu molto altro.
Chi era Pitagora
Nato nell’isola greca di Samo nel V secolo d.C, viaggiò come mercante di pietre preziose da una città all’altra del Mediterraneo. Una professione che ereditò dal padre. Questo suo peregrinare lo portò in contatto con sapienti egizi, fenici e babilonesi da cui apprese nozioni di matematica, geometria e astronomia.

Questi furono i presupposti per fondare a Crotone, una delle più potenti città della Magna Grecia (l’area geografica della penisola italiana che fu colonizzata dai Greci a partire dall’VIII secolo a.C.), la Scuola Pitagorica, dando vita al partito dei pitagorici, che non solo governò con sobrietà e dedizione per tre decenni la città che ebbe il dominio politico e culturale su tutta la Magna Grecia, ma ebbe l’indubbio merito di aver creato un ambiente culturale dal quale emersero nozioni di fondamentale importanza, concetti ancora utilizzati oggi, come il noto Teorema.
Molto più di un teorema
Pitagora comprese che la matematica poteva essere considerata una attività del pensiero umano indipendente dall’esperienza. Una matrice utile a spiegare le leggi della Natura alle quali sembravano ubbidire gli oggetti planetari, le forme degli esseri viventi e ogni genere di fenomeni che potessero interessare il cosmo.
Studiò l’intersezione di una retta con il rapporto finale e medio, che nel Rinascimento fu chiamato rapporto aureo, creò la Tavola Pitagorica o Abaco, la nota tavola di moltiplicazione e in astronomia si ritiene sia stato il primo a ipotizzare la rotondità della Terra.

A lui si deve la teoria dell’armonia delle sfere celesti, il pentagramma, le gradazioni dei toni, gli accordi musicali e in generale tutto ciò che riguarda la musica e la sua evoluzione. Fino al XVI secolo, il calcolo pitagorico degli intervalli musicali è stato il fulcro della tecnica degli strumenti a corde.
Secondo l’immaginario collettivo venne sepolto all’ombra delle Tavole Palatine, a Metaponto, in provincia di Matera, dove morì esule intorno al 495 a.C. e dove si era trasferito in seguito allo scoppio della rivolta anti-pitagorica che rende ancora una volta questa figura controversa. Che però riuscì a parlare attraverso i suoi studi alle generazioni successive del mondo intero.
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