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L’Albania è un’incantevole perla mediterranea incastonata tra mare, Montenegro, Kosovo, Macedonia e Grecia. Conosciuta anche come il Paese delle aquile, elegantemente rappresentate sulla sua bandiera, vanta un passato ricco di storia, le cui tracce sono visibili in parte oggi.
Chi si è recato in visita in questo paese avrà constatato l’affezione della popolazione locale per un particolare personaggio storico, un uomo eccezionale ricordato e omaggiato ovunque in Albania: dai monumenti ai palazzi, dalle banconote ai nomi delle piazze. Il suo nome è Scanderbeg (1405-1468).
Considerato un eroe nazionale, si ritiene che Scanderbeg abbia lasciato una traccia indelebile nella storia di Shqipëria (termine albanese per “Albania”) durante il XV secolo. Lottando contro le mire espansionistiche del potente impero ottomano, egli contribuì a formare una concezione di nazione-stato albanese e divenne un grande leader, punto di riferimento per tutta la popolazione.
Scanderbeg chi?
Destinato alla grandezza, Scanderbeg fu un condottiero e leader militare di straordinarie capacità, un uomo virtuoso e colto, nato in seno a una famiglia nobile. Suo padre, Gjon Kastrioti, era a capo di un’importante tribù albanese, fin quando nel 1413, a seguito dell’invasione turca, dovette sottomettersi ai nuovi dominatori. Divenne vassallo dell’impero ottomano e fu separato dal figlio Gjergj (successivamente noto come Scanderbeg), preso come ostaggio presso la corte del sultano Murad II.

Il giovane albanese crebbe così presso la corte ottomana, dove fu educato secondo i precetti dell’islam. Sottoposto ad allenamento militare, ben presto diede mostra delle sue qualità intellettuali e fisiche, che non passarono inosservate all’occhio attento del sultano.
Già soprannominato Iskander, in tributo al grande Alessandro Magno, ricevette anche la nomina di sangiacco in seguito al rientro vittorioso da una spedizione militare di 5000 unità della quale gli era stato assegnato il comando. Fu in quell’occasione che arrivò la nomina a Iskander Bey, letteralmente “Signore Alessandro”, poi semplificato in “Scanderbeg”.
La rivalsa contro l’Impero Ottomano
Sotto la bandiera ottomana, Scanderbeg diede prova del suo valore militare in numerose battaglie. Lo stesso sultano Murad II, compresone il potenziale, lo prese sotto la sua ala benevola, ma la relazione tra i due si incrinò in seguito alla morte di Gjon Kastrioti nel 1437.
In effetti, le dolci aspettative di Scanderbeg di ereditare le terre del padre furono presto disilluse. Ciononostante, non si diede per vinto e, con grande astuzia e pazienza, rimase in attesa del momento propizio per fare la sua mossa. L’occasione si presentò nel 1443: tradì il sultano e chiamò alle armi il suo popolo contro gli oppressori turchi.
Scanderbeg sfruttò a suo favore il piano dei turchi di attaccare l’Albania: disertò l’esercito turco e si proclamò principe d’Albania. Da allora, il nuovo leader albanese, convertitosi al cristianesimo, collezionò una vittoria dopo l’altra. Il primo importante e clamoroso scontro si ebbe nel 1444: nonostante la disparità numerica delle forze albanesi rispetto a quelle turche, Scanderbeg riuscì ad avere la meglio.
Fu la prima di una serie di battaglie vittoriose. In totale, dal 1444 al 1466, il leader albanese respinse con successo ben 13 tentativi di invasioni turche. Sia il sultano Murad II che il suo successore, il figlio Mehmed II, fallirono nel l’intento di catturare Scanderbeg e assediare la sua roccaforte a Kruja.
L’eroe albanese morì nel 1468, all’età di 62 anni. Dieci anni dopo i turchi ripresero il controllo dell’Albania, fino al 1912, data in cui questa terra acquisì la propria indipendenza.
Scanderbeg oggi
Oggi Scanderbeg vive nel ricordo di tutti gli albanesi, i quali gli hanno dedicato statue, palazzi, banconote e piazze. Tra gli omaggi più significativi vi è senza dubbio quello della centralissima Piazza Scanderbeg a Tirana, che raccoglie importanti siti culturali e religiosi: dal Palazzo della Cultura alla Biblioteca Nazionale, dal teatro dell’Opera alla Banca dell’Albania, il Museo Nazionale e la Moschea di Et’hem Bey.

In questa piazza, circondata dai “pezzi grossi” della capitale, è stato eretto anche un monumento a Scanderbeg, rappresentato con attitudine fiera a cavallo. La statua, inaugurata nel 1968, fu realizzata dallo scultore Odhise Paskali in occasione del 500° anniversario della morte dell’eroe nazionale.
Più curiosa e di stampo moderno risulta poi la dedica a Scanderbeg del Tirana’s Rock, un edificio nel centro di Tirana di 85 metri di altezza. Non si tratta di un palazzo come tutti gli altri, ma di un progetto architettonico che, duplicando i lineamenti del volto dell’eroe albanese, forma una mega-scultura figurativa, tra le più grandi al mondo.
La forma tridimensionale della testa di Scanderbeg è stata resa attraverso un gioco di balconate alterne che circondano l’intero perimetro dell’edificio, ora più protese per dare forma al naso, alle orecchie e alla barba, ora più incavate per rendere la profondità degli occhi.
La traccia del passaggio di Scanderbeg in Albania è evidente anche nella sua bandiera, istituita nell’anno dell’indipendenza del Paese (il già citato 1912). Rossa con al centro un’aquila bicipite nera, riprende lo stemma araldico della casata dei Kastrioti e il sigillo di Scanderbeg.
Anche il mondo cinematografico gli ha reso omaggio, con il lungometraggio del 1953 intitolato: Skanderbeg l’eroe albanese, che ne narra la vita e le gesta. Il leader del XV secolo è, dunque, onnipresente. Gli albanesi lo vedono quotidianamente persino quando fanno compere e pagano in lekë, la valuta nazionale, poiché in alcune monete e banconote compare il suo volto, o leggono il suo nome in alcuni brand commerciali, nelle scuole, nelle piazze. Scanderbeg vive ancora oggi.
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