Contenuti
Lo scorso 5 novembre uno spettacolo di luci naturali ha colorato i cieli del Nord Italia e di altre parti d’Europa. Le testimonianze fotografiche e multimediali dei fortunati che sono riusciti ad assistere al fenomeno, e hanno subito pensato si trattasse di aurora boreale, sono presto rimbalzate su internet suscitando reazioni di meraviglia in tutta la penisola.
Sono stati segnalati avvistamenti dalle regioni alpine fino alla Puglia. La straordinarietà dell’evento, la cui massima visibilità è stata raggiunta tra le 18 e le 20 di sera circa, è ancora più rimarchevole se si considera che pochi giorni prima, tra il 25 e il 26 settembre, vi erano stati fenomeni analoghi in Alto Adige e Lombardia.
L’eccezionalità di questi spettacoli di luci colorate, assolutamente insoliti, sebbene non impossibili, alle nostre latitudini, merita pertanto un approfondimento. La protagonista degli scorsi giorni è stata l’aurora boreale, quel fenomeno naturale frequente nei circoli polari e nelle alte latitudini terrestri? Per trovare risposta è necessario comprendere cosa sia un’aurora boreale e in che condizioni essa si generi.
Solo successivamente si potrà soddisfare un’ulteriore curiosità condivisa: quando, e se, si verificheranno altri eventi come questo in futuro.
Un avvistamento straordinario
Tra le regioni maggiormente interessate dal fenomeno dello scorso 5 novembre si elencano: il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, le Marche e l’Emilia-Romagna. I fasci di luce rossa sono giunti anche in alcuni paesi mediterranei, come la Francia e la Spagna, e in altre zone dell’Europa centrale.
Un fenomeno ottico indubbiamente affascinante e al di fuori dell’ordinario, ma che nel caso specifico probabilmente non va ricondotto all’aurora boreale. Ciò non nega, comunque, la possibilità che fenomeni di aurora polare possano verificarsi anche ad altitudini inferiori rispetto ai poli terrestri. Non si dimentichi, a mo’ di promemoria, la rarissima aurora polare del 1989 che giunse fino alle zone equatoriali.
Si tratterebbe, secondo le recenti analisi degli esperti, di un fenomeno ben più raro e meno conosciuto chiamato SAR (Stable Auroral Red Arches, in italiano: “archi aurorali rossi stabili”). Esso è stato innescato dall’intensa attività magnetica del Sole degli ultimi giorni. Quali sono, dunque, le differenze rispetto all’aurora boreale?
Genesi e caratteristiche dell’aurora boreale
L’aurora boreale, ma sarebbe più corretto adottare l’iperonimo “aurora polare”, vista la sua duplice ramificazione in aurora boreale e aurora australe (le aurore sono visibili, infatti, in entrambi gli emisferi terrestri), è un fenomeno fisico provocato da tempeste solari, le quali possono raggiungere diversi gradi di intensità. Questo si verifica quando le particelle cariche di energia dei venti solari raggiungono la terra e interagiscono con i suoi gas atmosferici.
In altre parole, queste particelle si eccitano e liberano energia emettendo luce. I prodotti luminosi così generati si traducono in spettacoli aurorali multiformi e policromatici: dal rosso al viola e dal verde all’azzurro. Il colore delle aurore dipende, infatti, dall’energia delle particelle del vento solare, dai gas dell’atmosfera e dall’altezza in cui si sviluppano. Sotto i 120 km di altitudine, la luce emessa sarà blu o violacea; tra i 120 e i 180 km il colore sarà verde, mentre al di sopra dei 180 km comparirà un rosso intenso.
L’attività solare è essenziale per la formazione delle aurore polari e queste sono normalmente visibili al di sopra del circolo polare, appunto, per forma e posizionamento del campo magnetico terrestre. Ciononostante, quando l’attività solare è particolarmente intensa, e ciò può accadere durante i picchi del suo ciclo decennale, le aurore possono essere osservate anche a latitudini più basse.
Aurora boreale? Probabilmente, Sar!
Sebbene i recenti fenomeni luminosi in Europa abbiano tutta la parvenza di aurore polari, non bisogna lasciarsi trarre in inganno. Verosimilmente, si tratta di SAR. La confusione tra quest’ultima e l’aurora boreale può, tuttavia, essere perdonata poiché le loro manifestazioni sono analoghe; per di più, entrambe sono innescate da particelle elettriche provenienti dal sole. Esistono, però, alcune importanti differenze.
Se le aurore polari si osservano di norma attorno ai poli della terra, a causa della deviazione delle particelle solari da parte del campo magnetico terrestre, i SAR, invece, sono visibili a latitudini medie (quindi, anche europee) perché le particelle cariche dei venti solari diretti verso la terra interferiscono con le cosiddette fasce di Van Allen.
Scoperte nel 1958, queste sono due fasce elettriche, una interna e una esterna, che circondano la terra ad anello. L’enciclopedia Treccani le definisce nel modo che segue: “Regioni ricche di particelle di alta energia (plasma), principalmente protoni e elettroni, tenute imprigionate dal campo magnetico terrestre a una distanza fissa dal pianeta.”
La formazione dei SAR è, dunque, diversa rispetto a quella delle aurore polari. Inoltre, gli archi rossi aurorali stabili, come si può intuire anche dal loro nome, assumono sempre le tonalità del rosso. Con molta probabilità, gli eventi ai quali si è assistito in Europa nei giorni scorsi sono da ricondurre proprio a fenomeni SAR. È, infatti, particolarmente insolito, ma, si ribadisce, non impossibile, che delle aurore polari si manifestino a latitudini così basse, e perdipiù a distanza di pochi giorni l’una dall’altra.
Previsioni per il futuro?
Un’ultima curiosità da saziare concerne il periodo in cui si potrà assistere nuovamente ai recenti giochi di luce, senza doversi recare necessariamente in Scandinavia o in Islanda. Le probabilità di assistere allo stesso fenomeno nell’immediato futuro sono basse, ma non bisogna sottovalutare l’intensa attività del ciclo solare attuale, il cui picco è stimato per il 2025.
Per non essere colti alla sprovvista la prossima volta, resta buona pratica monitorare i servizi di meteorologia solare. Che si tratti di aurora polare o di SAR, sarà comunque una fortuna potervi assistere.
Rimani sempre aggiornato seguendoci su Telegram!