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Primavera: la stagione durante la quale le giornate divengono più lunghe, all’insegna della luce e del bel tempo. Un momento particolarmente atteso, che in certi paesi del Mediterraneo viene celebrato sotto il nome di Hıdırellez: giorno dalle date cangianti, a seconda del calendario utilizzato, viene trascorso all’insegna di balli e canti tradizionali, ma anche di riti, superstizioni, usanze tipiche che caratterizzano tale giornata, rendendola più di una semplice festa annuale. Dove si celebra questa festa di primavera? E quali sono i rituali ad essa associati?
L’origine della festa di Hıdırellez
Il termine associato a tale festa deriva dall’unione di due parole: Hızır e İlyas, nomi, rispettivamente, di Al-Khaḍir e del profeta Elia. Non a caso, tale giorno festivo nasce per celebrare l’incontro terreno tra il profeta e la figura quasi “leggendaria” del Khidr, uomo tradizionalmente vestito di verde, associato al significato dell’immortalità. Non esistendo tale nome in alcun testo sacro, Al-Khaḍir viene sincretizzato con diverse figure appartenenti a diverse religioni: da San Giorgio nel Cattolicesimo, fino allo stesso profeta Elia in altre culture.
Anche la data della celebrazione non è la stessa per tutti: seguendo il calendario giuliano, infatti, la festa di Hıdırellez cadrebbe il 23 di aprile, giorno notoriamente dedicato a San Giorgio; secondo il calendario gregoriano, invece, nato per sostituire il precedente, la festa si celebra durante la notte tra il 5 e il 6 maggio.
Sono molti i paesi del Mediterraneo a prendere parte a questo momento di festa: dalla Turchia ai paesi dei Balcani, fino alla Macedonia del Nord e la Siria. Ciò la rende una delle più importanti celebrazioni stagionali (o bayrams), tanto da divenire parte, dal 2017 in poi, della lista dei patrimoni immateriali dell’UNESCO.
Una festa all’insegna della tradizione e dei rituali
L’arrivo della primavera è un momento particolarmente atteso: come il solstizio d’inverno porta con sé la notte più lunga dell’anno, fatta di timori e cattivi auspici da contrastare con celebrazioni in famiglia all’insegna del buon cibo e dei racconti, l’inizio di maggio porta con sé il trionfo della bella stagione, che si avvicina a mano a mano all’estate.
La primavera, senza dubbio, è il trionfo della luce sul buio, della vita sulla morte: ecco perché Al-Khaḍir risulta così importante; secondo la tradizione, infatti, si tratta di una figura pronta ad aiutare i deboli, legata alla fertilità, alla guarigione e all’immortalità poiché, secondo i racconti, avrebbe bevuto l’acqua dell’immortalità, permettendogli di camminare nel mondo per sempre. Il profeta Elia, invece, sarebbe legato all’acqua: il loro incontro andrebbe a unire i due elementi, dando il via alla stagione della rinascita.
A questo giorno così importante, non possono che essere legate tradizioni e rituali: soprattutto nei più piccoli villaggi, esse vengono tramandate dai genitori ai figli, mantenendole sempre attuali, mai dimenticate. Una delle più diffuse è legata alla cucina: in particolare, piatti a base di carne di agnello sembrano essere tra i più preparati durante questa giornata.
Ma esistono altre interessanti usanze legate a questa festa: si danza tradizionalmente attorno a un falò, saltandovi di sopra almeno tre volte; il fuoco avrebbe azione purificatrice, e in tal modo si lascerebbero indietro i mali passati, guardando a un nuovo periodo di vita e guarigione. Le donne che, invece, vogliono trovare l’amore, sono solite inserire i propri gioielli in una pentola piena d’acqua, lasciandola riposare sotto un arbusto di rose per tutta la notte: tirando i propri preziosi fuori il giorno dopo, il loro desiderio potrebbe essere esaudito.
Ma durante la festa di Hıdırellez non sarebbero legati solamente i sogni d’amore: non sarà insolito vedere come grandi e piccoli leghino bigliettini ad arbusti di rose o a veri e propri “alberi dei desideri”, nella speranza che, durante la notte di celebrazione, Al-Khaḍir possa leggerli e esaudirli. A chi ha desideri più complessi viene consigliato di lasciare un vero e proprio “modellino” di ciò che si desidera, così da dare al Khidr di passaggio di capire meglio come esaudire il desiderio espresso.
Ancora, tra le tradizioni più comuni vi sarebbe l’abluzione con acque sacre; infine, il seppellimento di monetine in sacchettini sotto gli arbusti di rose: una volta recuperate passata la festa, il portarle sempre con sé porterebbe buoni auspici. La festa di Hıdırellez, dunque, è più di una semplice celebrazione: si accoglie nelle proprie case (tenute pulite per l’occasione) una figura leggendaria che cammina per sempre nel mondo, chiedendole di lasciare dietro di sé prosperità e salute, una vera e propria nuova primavera.
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