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Fondata nel VII secolo a.C. dai coloni corinzi, Siracusa fu una delle più illustri colonie della Magna Grecia. In alcuni periodi, superò persino Atene per prestigio culturale e influenza politica. Ricca, potente e strategicamente collocata, l’antica polis conserva ancora oggi straordinari monumenti che testimoniano la sua antica grandezza. Tra tutti spicca il Parco Archeologico della Neapolis, istituito ufficialmente nel 1955 e situato proprio nel cuore di Siracusa: uno dei luoghi più significativi per comprendere la storia millenaria non solo della città, ma dell’intera Sicilia.
La Neapolis (“città nuova“) era l’antico quartiere monumentale di Siracusa, sorto in epoca greca come espansione urbana e cuore della vita pubblica e religiosa. Qui si addensavano spazi sacri, luoghi di spettacolo, cave di pietra e aree di culto, tutti elementi che oggi compongono un vero e proprio museo a cielo aperto.
Il cuore del Parco Archeologico della Neapolis: il Teatro Greco di Siracusa
In un’oasi di pace tra la vegetazione mediterranea spicca il Teatro Greco, il più grande teatro antico dell’Occidente. Scavato a partire dal V secolo a.C. nella roccia alle pendici del colle Temenite, il teatro poteva accogliere oltre 15.000 spettatori distribuiti su 67 ordini di gradini. In epoca classica veniva utilizzato principalmente per la rappresentazione di tragedie e commedie, ma il popolo siracusano vi si riuniva anche per assemblee pubbliche. Lo storico Plutarco narra addirittura di un toro selvatico che irruppe fra il pubblico durante una seduta di assemblea.
Per secoli il Teatro Greco fu dimenticato, poi trasformato e snaturato: in epoca romana fu persino riadattato per ospitare i giochi circensi. Solo alla fine del Settecento, nonostante fosse ormai ricoperto di terra e ridotto in rovina, si riaccese l’interesse per questo straordinario monumento del passato.

A riportarlo alla luce, almeno nell’immaginario europeo, furono i viaggiatori del Grand Tour. Intellettuali come Jean-Claude Richard de Saint-Non, Jean Houel e Dominique Vivant Denon, animati dallo spirito di scoperta e dalla passione per l’antichità tipici dell’Illuminismo, visitarono il sito, lo disegnarono e lo raccontarono, contribuendo a restituirgli dignità culturale e visibilità internazionale.
Solo nel corso dell’Ottocento iniziarono le prime campagne di scavo sistematiche, che si impegnarono a liberare il teatro dalla terra accumulata nei secoli. Vi presero parte importanti figure dell’archeologia italiana, come Paolo Orsi, fino agli interventi più recenti condotti da Giuseppe Voza nel 1988.
La vera rinascita del Teatro Greco arrivò però nel 1914, quando l’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) scelse di far rivivere la sua vocazione originaria ospitando rappresentazioni classiche: la prima fu l’Agamennone di Eschilo, con la regia di Ettore Romagnoli. Dopo l’interruzione causata dalla Prima guerra mondiale, le tragedie greche tornarono sul palcoscenico nel 1921, con Le Coefore, segnando l’inizio di una lunga e ancora viva tradizione culturale.
Il Ninfeo e l’Orecchio di Dionisio
Alle spalle della cavea del Teatro Greco si apre il Ninfeo, una grotta sacra alimentata da una sorgente che sgorga ancora oggi dalla parete rocciosa. In epoca greca, quest’acqua veniva incanalata attraverso un sistema di acquedotti e canali scavati nella pietra, contribuendo all’approvvigionamento idrico del teatro e delle aree circostanti. Il Ninfeo era dedicato alle Muse, divinità protettrici delle arti, e ricopriva la duplice funzione di luogo di culto e di ristoro per attori, musicisti e poeti che frequentavano la scena teatrale. Immerso nella vegetazione e nel silenzio, questo spazio sospeso tra natura e spiritualità è uno degli angoli più suggestivi e misteriosi dell’intero parco archeologico.

Tra gli angoli più affascinanti del Parco Archeologico della Neapolis meritano una menzione speciale le Latomie, antiche cave di pietra riconvertite in prigioni. La più celebre è l’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale alta oltre 20 metri, nota per la sua eccezionale acustica e per avere la forma di orecchio umano. Il nome fu coniato da Caravaggio, che visitò Siracusa nel 1608; un riferimento alla leggenda secondo cui il tiranno Dionisio utilizzava la grotta per ascoltare di nascosto i prigionieri. Ancora oggi è possibile sperimentare l’eccezionale acustica del luogo.
L’ara di Ierone II e l’Anfiteatro Romano
Una delle meraviglie del parco è l’Ara di Ierone II, un imponente altare sacrificale che rappresenta uno dei più grandiosi monumenti religiosi dell’antichità. Originariamente costruita nel III secolo a.C. durante il regno di Ierone II, quest’area serviva per i sacrifici pubblici in onore di Zeus Eleutherios. Con i suoi 200 metri di lunghezza e 25 metri di larghezza, l’ara era così grande da poter ospitare anche animali sacrificati di grandi dimensioni, come cavalli e buoi. Sebbene oggi sia sopravvissuta solo la parte inferiore, la sua grandezza e la sua posizione suggestiva offrono una testimonianza tangibile della potenza e della religiosità della Siracusa ellenistica: una città tanto potente quanto devota.
L’Anfiteatro Romano, risalente all’età imperiale (III – IV secolo d.C.), è uno dei monumenti più significativi del Parco Archeologico della Neapolis. Costruito in pietra calcarea, l’anfiteatro era utilizzato per i combattimenti tra gladiatori, ma anche per altri spettacoli pubblici, come le lotte con animali selvatici. Sebbene oggi non si presenti in buono stato di conservazione, resta evidente la sua imponenza originaria: con una forma ellittica e dimensioni monumentali, circa 140 metri di lunghezza per 119 di larghezza, si stima potesse ospitare fino a 20.000 spettatori. La parte superiore della struttura, purtroppo, è andata distrutta. Tuttavia, sono ancora visibili i corridoi sotterranei un tempo utilizzati per l’ingresso scenografico di uomini e animali.
Scavato nel 1839 su iniziativa del duca di Serradifalco, l’anfiteatro testimonia la profonda trasformazione urbanistica e culturale della Siracusa antica sotto il dominio romano. È il segno tangibile del passaggio da città ellenistica a un importante centro imperiale.
Ad oggi, il Parco Archeologico della Neapolis è facilmente accessibile, con ingressi situati a pochi minuti dal centro di Siracusa. Inoltre, sono spesso organizzati eventi speciali come spettacoli serali e visite guidate. Le rappresentazioni classiche al Teatro Greco, ormai un appuntamento annuale, sono una delle attrazioni più attese, che richiamano visitatori da tutto il mondo.
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