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Il canale di Suez rappresenta una delle vie marittime artificiali più importanti per il commercio internazionale. La sua realizzazione non è stata semplice: i problemi logistici, i costi di manodopera e di attrezzature, e le condizioni atmosferiche ne hanno ostacolato il processo. È stata un’opera grandiosa, un progetto nato per semplificare, in termini di tempo e denaro, i flussi commerciali marittimi tra continenti diversi. Circa il 12% del commercio globale passa proprio attraverso questo canale, con un elevatissimo traffico giornaliero di navi.
Com’è nato il canale di Suez? E perché si è sentita l’esigenza di realizzarlo? Infine, quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un simile passaggio tra Oriente e Occidente?
Canale di Suez: cenni sulla genesi
La genesi di questa “scorciatoia” tra il mar Mediterraneo e il mar Rosso non è stata né semplice, né immediata. Sin dai tempi antichi, si era avvertita l’esigenza di un passaggio in grado di collegare l’Asia e il bacino del Mediterraneo, per via dell’assenza di una via marittima diretta che potesse facilitare il trasporto delle merci tra i due continenti.
La via più rapida per commerciare in Europa prevedeva l’attraversamento via nave di tutto il mar Rosso, per poi tagliare orizzontalmente un istmo desertico e riprendere il viaggio in nave sul fiume Nilo, fino a giungere nel Mediterraneo.
Bisognerà aspettare fino al 1859 per l’avvio dei lavori di scavo del canale. L’accordo tra il diplomatico francese Ferdinand Lesseps e l’allora governatore dell’Egitto Muhammad Said pascià nel 1854 permise al primo di fondare la Compagnia del Canale di Suez. Il canale rimase in mano ai francesi fino alla sua nazionalizzazione avvenuta nel 1956 per volere del presidente egiziano Gamal ‘Abd al-Naser (Nasser).
I lavori durarono dieci lunghi anni: il canale di Suez fu inaugurato ufficialmente nel 1869, ma i costi, anche in termini umani, furono cari. Gli operai ingaggiati per questa impresa furono decine di migliaia e, tra questi, parecchie furono vittime della fatica; le lunghe ore di lavoro sotto il sole, la penuria di acqua e le scarse condizioni igienico-sanitarie favorirono la propagazione di malattie come il colera.
Una “scorciatoia” tra due mari
La realizzazione del canale, dunque, è stata colma di ostacoli, ma i vantaggi economici dei quali l’Egitto ha beneficiato in seguito sono stati cospicui. Basti pensare che il passaggio artificiale offre un’alternativa decisamente meno costosa e lunga per le navi cargo rispetto alla rotta del Capo di Buona Speranza che prevede la circumnavigazione del continente africano.
Il canale di Suez offre, infatti, una via di percorrenza più immediata tra Asia ed Europa. Il canale si estende per 193 km da Port Said, sul Mediterraneo, fino all’estremità del golfo di Suez (che, a sua volta, dà l’accesso sul Mar Rosso). Per la realizzazione del canale si è sfruttata la presenza di alcuni laghi naturali, motivo per il quale il percorso finale appare un po’ più arzigogolato e non taglia in linea retta l’istmo tra il mar Mediterraneo e il golfo di Suez.
Con il crescente flusso dei commerci, e in seguito all’incidente della nave cargo Ever Given del 2021, costato carissimo, sono stati avviati alcuni progetti di espansione e ramificazione del canale di Suez.
Sono stati lanciati due importanti progetti di ampliamento del canale: il primo, quello di sviluppo dell’area del canale di Suez, cominciato nel 2014, consiste nella ramificazione del canale attraverso la realizzazione di un corso parallelo a esso e la costruzione di zone industriali adiacenti; e il secondo, i cui lavori sono iniziati nell’estate del 2021, e che procede parallelamente al precedente, prevede un ampliamento della portata del canale.
Ecosistema marino: un fragile equilibrio
Non tutto viene senza un prezzo, però. In questo caso, oltre ai costi propriamente economici per la creazione del canale e il suo successivo ampliamento, si fa riferimento all’impatto negativo sull’ecosistema marino del Mediterraneo, il quale è stato invaso da specie aliene provenienti dai mari dell’Asia e dell’Africa.
La ricerca scientifica ha documentato una preoccupante bio-invasione nel Mediterraneo dovuta proprio all’apertura di una via di accesso diretta dal mar Rosso; e l’ampliamento del canale di Suez ha favorito ulteriormente la propagazione di specie marine aliene, spesso pericolose e nocive anche per la salute umana.
In uno studio del 2015: ‘Double trouble’: the expansion of the Suez Canal and marine bioinvasions in the Mediterranean Sea, è stato menzionato il rilevamento di circa 700 specie non indigene giunte nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez sin dal 1869.
Ever Given: un incidente costosissimo
Infine, non si può non ricordare, seppur brevemente, l’episodio che ha coinvolto la nave Ever Given nel 2021. Si tratta di un incidente che ha provocato danni quantificabili per circa due miliardi di dollari tra la stima sia dei risarcimenti danni da parte dei soggetti lesi dall’ostruzione, sia delle operazioni di disincaglio della nave da soccorrere.
La gigantesca nave portacontainer si era, infatti, incagliata nel canale ostruendone completamente il passaggio e impedendo, così, alle altre navi di percorrere quel passaggio che, come si è detto, è tanto più vantaggioso rispetto ad altri percorsi di navigazione.
Il blocco era durato 6 lunghi giorni, classificandosi come uno degli incidenti marittimi più gravi del secolo: 400 erano state le navi colpite dall’incidente. Alcune dovettero anche cambiare i propri piani e optare per la rotta del Capo di Buona Speranza per aggirare il problema.
Quell’evento, non lontano nel tempo, è un’evidenza lampante del ruolo cruciale che ricopre il canale di Suez nei flussi commerciali internazionali.
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