Si chiamano Griko e Grecanico e sono le minoranze linguistiche che ci ricordano l’intensità delle influenze culturali nel Mediterraneo. E la loro origine appassiona da sempre la comunità di linguisti e storici.
Sono dialetti ellenofoni – da Hellas, antico termine utilizzato dai Greci per indicare la loro terra e i loro popoli – che si parlano nelle aree geografiche italiane note come Grecìa Salentina (nei comuni di Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Sternatìa e Zollino, Melpignano e Soleto) e Bovesìa, in Aspromonte, (Bova, Bova Marina, Condofuri, Gallicianò, Roccaforte, Roghudi).

Immagine di Massimo Todaro (adobe.com)
Sull’origine di questa lingua sono state elaborate diverse teorie. Una delle più diffuse afferma che le radici grecaniche risalgono al tempo della colonizzazione greca dell’Italia meridionale che diede origine, nell’VIII secolo a.C., alla Magna Grecia. Splendide testimonianze architettoniche di questo passaggio durato secoli sono i templi divenuti patrimonio dell’Unesco, presenti nella cittadina di Paestum (La Città di Paestum – Paestum city – Paestum – Pestum), in Campania, e della città siciliana di Agrigento (VALLE DEI TEMPLI | Agrigento Turismo).
Magna Grecia o Impero Bizantino?
Una seconda teoria, quella oggi più accreditata, vede la nascita di questa minoranza linguistica legata all’immigrazione, nel Medioevo, di genti greche appartenenti all’Impero Bizantino. Principalmente monaci che fuggivano dalle persecuzioni musulmane. La somiglianza infatti tra il Grecanico e Griko con il greco moderno è importante, al punto che se due persone provenienti da Grecia e Grecìa Salentina o Bovesìa non avrebbero molte difficoltà a comprendersi.

Immagine di Pavel Rezac
Stigmatizzate fino a qualche decennio fa come lingue popolari e quindi inferiori, l’Euromosaic (Euromosaic – Publications Office of the EU) – lo studio sulle lingue minoritarie e regionali negli stati membri europei – le ha annoverate tra le lingue minoritarie a rischio dell’Unione Europea.
Oggi, complice anche il riconoscimento da parte dello Stato come minoranze linguistiche (Legge 482 del 1999), si registra una maggiore attenzione delle istituzioni e associazioni culturali locali verso la propria lingua, che si esprime anche attraverso i canti e le storie popolari.
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