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Il Marocco è rinomato per la bellezza e la classe dei suoi esemplari equini, e la parata annuale conosciuta come Tbourida costituisce l’occasione perfetta per ammirarne l’eleganza. Tbourida, però, è molto più di una semplice sfilata equestre: è un’arte, un rito, una tradizione antica secoli. Questa pratica culturale di stampo militare vede protagonisti cavalli magnificamente adornati e i rispettivi cavalieri in sella con abiti tradizionali.
La performance prevede una simulazione di assalto militare a cavallo, che rievoca le antiche tecniche di combattimento berbero e arabo-musulmane. Quali sono, pertanto, i momenti salienti di questa parata? E perché è tanto legata alla tradizione marocchina?
Tbourida: patrimonio UNESCO
Nel 2021 la Tbourida è ufficialmente entrata a far parte della lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. Il suo ingresso, dunque, è recentissimo e rappresenta una delle ultime perle del Marocco riconosciute a livello internazionale dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
La Tbourida, che deriva dall’arabo barūd (polvere da sparo), in riferimento ai colpi di sparo dei fucili fieramente branditi dai fantini durante la manifestazione, appartiene a rituali ancestrali arabo-berberi. È, in effetti, una tradizione equestre che rievoca la storia marocchina e valorizza il legame spirituale con i cavalli, animali sacri per i musulmani.
L’arte della Tbourida risale probabilmente al XVI secolo e viene celebrata tutt’oggi presso la località di El-Jadida, a sud di Casablanca, dove ogni anno viene ospitato un rinomato “palio” internazionale dei cavalli.
Il Salon du Cheval
Proprio lì, in effetti, lo scorso ottobre, dal 17 al 22, si è tenuta la quattordicesima edizione del Salon du Cheval, sotto l’Alto Patronato del sovrano del Marocco, re Muhammad VI. Il ricco programma ha offerto una varietà di competizioni equestri con partecipanti sia marocchini che stranieri, tra cui il tanto atteso Gran Premio di Tbourida.
Questa tradizione, trasformatasi in una vera e propria disciplina sportiva riconosciuta a livello nazionale e internazionale, rientra tra i target di promozione del patrimonio culturale identitario del paese. Come sottolineato nello studio di Youssef Siame e Abderrahim Rharib, non è da sottovalutare il fascino che la Tbourida esercita sul turismo. Questa, secondo i dati raccolti, fornisce una spinta allo sviluppo della regione di Casablanca-Settat (dove si trova El-Jadida), grazie alla sua capacità di attrarre un gran numero di visitatori.
Sensazionale parata di cavalli
Come si svolge la parata? Ebbene, questa prevede due momenti principali. Il primo è chiamato hadda e consiste nel saluto iniziale dei cavalieri che fanno il loro ingresso insieme ai cavalli performando una serie di esercizi acrobatici con in mano i fucili tradizionali. A questo segue la fase più emozionante chiamata talqa, quando al grido di “hadar l’khayle” (i cavalli sono pronti) inizia la veloce carica al galoppo che si conclude con lo sparo a salve in cielo dei cavalieri.
Viene simulato, così, l’attacco bellico colettivo dei fantini che galoppano all’unisono verso un’unica direzione. Al “mqaddem”, il capo tribù disposto al centro dello schieramento, spetta il compito di guidare gli altri cavalieri. Inoltre, il gruppo armato a cavallo prende il nome di “sorba” ed è sempre in numero dispari: varia dalle 15 alle 25 unità.
Un altro aspetto caratteristico della Tbourida è legato ai costumi tradizionali. Sia cavalli che cavallieri appaiono elegantemente adornati. I primi sono sellati con raffinate stoffe ricamate a mano, mentre i secondi indossano i celebri qaftan bianchi con alle spalle i selham, ovvero dei mantelli, e degli stivali. Oltre alle vesti tradizionali, i cavalieri portano poi con sè un piccolo Corano e un pugnale riposto all’interno di una fodera. Si ottiene, così, un’esplosione di colore per gli occhi.
La Tbourida è, dunque, un rito culturale ricchissimo e non esclude nemmeno la partecipazione delle donne. L’ultima esibizione equestre al femminile si è tenuta, infatti, a Rabat. Più che una performance, questa disciplina rappresenta un evento culturale e sociale: un’occasione preziosa per celebrare una tradizione propriamente marocchina e condividerla con gli altri.
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