Account
mercoledì, Ottobre 15, 2025
Il Nuovo Mediterraneo
  • Home
  • Chi siamo
  • Aree del Mediterraneo
    • Europa
    • Asia
    • Africa
  • Oltremare
  • Presentatori AI
  • Collabora con noi
  • Inglese
No Result
View All Result
Il Nuovo Mediterraneo
  • Home
  • Chi siamo
  • Aree del Mediterraneo
    • Europa
    • Asia
    • Africa
  • Oltremare
  • Presentatori AI
  • Collabora con noi
  • Inglese
No Result
View All Result
Il Nuovo Mediterraneo

Los Castells: le “torri” umane patrimonio dell’umanità

In Catalogna piramidi umane alte più di 6 piani si alzano a suon di musica, catturando l'attenzione delle piazze: è il fenomeno culturale dei Castells.

Simona Rubino by Simona Rubino
22 Aprile 2024
in Costumi e tradizioni, Europa
Reading Time: 3 mins read
A A
Los Castells: le “torri” umane patrimonio dell’umanità

Crediti: Eric Sala & Tània García (uploaded to Commons by Baggio) - Wikimedia Commons; licenza: Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 Generic license.

Contenuti

  • Altissime piramidi umane
  • Patrimonio immateriale dell’Unesco
  • Castells: strutture complesse
  • Castelli di “sabbia”?

Questo articolo è disponibile anche in: Inglese

Ogni anno, e secondo distinti calendari, diverse piazze della Catalogna in Spagna deliziano il pubblico con incredibili spettacoli che prevedono l’innalzamento di torri altissime. La peculiarità? Non si tratta di costruzioni di mattoni, ma di spettacolari “torri” umane!

Questi eventi popolari sono chiamati “Castells”, dal catalano “castelli”, in rimando alla considerevole altezza che possono raggiungere, e nel 2010 sono entrati a far parte di diritto nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Altissime piramidi umane

I Castells fanno parte di una tradizione antica secoli. Nascono a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo presso Tarragona e man mano si espandono nel resto della futura comunità autonoma della Catalogna, forti del successo riscosso tra la popolazione.

Sono castelli di persone dalla struttura complessa, sorretti alla base da un importante numero di uomini sui quali si erigono i diversi piani della struttura, fino alla cima costituita da bambini che si arrampicano a mo’ di agili scimmiette. Non tutti, però, possono formare i “mattoncini” di queste torri: solo i castellers, persone preparate e allenate per lo sforzo fisico da compiere, conoscono le tecniche per formare i vari ingranaggi di un Castell. Occorrono, infatti, dei mesi preparatori con varie sessioni di allenamento.

I Castells raggiungono tra i 6 e i 10 piani di altezza e si ergono di solito nelle piazze, dinnanzi agli edifici municipali. Inoltre, la loro graduale composizione è accompagnata da suggestivi accompagnamenti strumentali. Si può udire, in effetti, una musica tradizionale, detta “gralla”, che segnala l’evoluzione della costruzione, così come il processo inverso di decostruzione, con ritmi ora incalzanti, ora più pacati. I tipi di strumenti utilizzati sono due: piccoli tamburi e oboi.

Patrimonio immateriale dell’Unesco

Il 16 novembre del 2010 i Castells sono stati dichiarati Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità dall’Unesco. La commissione ha sottolineato come essi costituiscano parte integrante dell’identità culturale catalana e trasmettano alti valori di solidarietà e coesione sociale.

Non a caso, i castellers hanno un motto: “Força, Equilibri, Valor i Seny“, ovvero, “forza, equilibrio, valore e buon senso”. Le quattro virtù, tratte dal verso di un’opera di José Anselmo Clavé, rappresentano qualità necessarie per la costruzione di un Castell.

Castells: strutture complesse

Venendo alla parte strutturale dei Castells, è necessario innanzitutto specificare che non tutti sono uguali. Ne esistono, infatti, di varie tipologie, ma in linea generale lo “scheletro” alla base è uguale per tutte.

La torre, che consta di un centinaio di persone, prevede una base, di norma maschile, detta pinya, che funge da supporto per il peso sovrastante. Gli strati superiori possono prevedere il folre e i manilles, e sugli ultimi dei due si erge una torre più alta e snella detta tronc; la cima, infine, è chiamata pom de dalt, ed è formata da pochi bambini.

I castellers che formano i vari piani della struttura sono di estrazione sociale, sesso ed età variabile. La base necessita di maggiore forza e resistenza fisica, motivo per il quale sono gli uomini a farne parte (ma ci sono anche donne, in alcuni casi). Nei piani superiori compare anche la presenza femminile, più leggera, fino ad arrivare alla punta in cui la fanno da protagonista i bambini.

 

Interessante è anche l’uniforme tradizionale dei castellers. Questa prevede una camicia colorata, dei pantaloni bianchi, una fascia protettiva attorno alla vita, un fazzoletto e delle calzature chiamate espardenya.

Castelli di “sabbia”?

I Castells sono “costruzioni” altissime, come si è detto, e potenzialmente pericolose. Come castelli di sabbia, possono andare in frantumi: in altre parole, se un tassello cede, è l’intera struttura a subirne le conseguenze. Ciò, naturalmente, può comportare incidenti più o meno gravi.

In passato ci sono stati tre casi documentati di incidenti mortali: uno nel XIX secolo, il secondo nel 1983 e l’ultimo, il più recente, avvenuto nel 2006. Il terzo triste avvenimento ha coinvolto una bambina di appena 12 anni, la quale ha riportato un trauma cranico cadendo dal pom de dalt.

In memoria di quella disgrazia, è stato poi imposto il casco protettivo a tutti i bambini castellers, sia durante le sessioni di allenamento che durante le esibizioni pubbliche.

 

 

Rimani sempre aggiornato seguendoci su Telegram!

Aggiungi ai Preferiti
Please login to bookmark Close

Potrebbe anche interessarti

Abbazia di San Filippo, Agira, Enna. Foto di Salvatore Farina, via Wikimedia Commons. CC0 1.0

Il culto di San Filippo e il Cammino di Aidone

9 Settembre 2025
Teatro Ariston di Sanremo. Crediti: kallerna via Wikimedia Commons. CC BY-SA 4.0

Sanremo: il Festival della tradizione italiana

9 Aprile 2025
Candelore di Sant'Agata. Crediti: Effems via Wikimedia Commons. CC BY-SA 4.0

Le Candelore di Sant’Agata: storia della devozione catanese

9 Aprile 2025

No account yet? Register

Tags: castellscatalognatradizione
ShareTweetSendShare
Previous Post

Doaa el-Adl, la fumettista egiziana dalla parte delle donne

Next Post

I calligraffiti di El-Seed: “ghirigori” arabi vs. stereotipi

Simona Rubino

Simona Rubino

Specializzata in Lingue e Letterature Comparate e amante delle culture straniere. Nutre una grande passione per l'arabo e la didattica delle lingue.

Consigliati per te

Corrida: il rito del toro che racconta la storia della Spagna

by Fabiana Chillemi
29 Settembre 2025
0
Encierros di San Fermín a Pamplona, Spagna

La corrida in Spagna è una tradizione che affonda le sue radici in pratiche antichissime del Mediterraneo, dove il toro era simbolo di forza e fertilità. Già in...

Read moreDetails

La tradizione della corrida: storia, tradizione, evoluzione e dubbi

by Fabiana Chillemi
24 Settembre 2025
0
Torero e toro durante una corrida.

La corrida è uno degli spettacoli più attesi e controversi. Radicata nella storia e nelle tradizioni popolari, racconta secoli di cultura, rituali e pratiche sociali. Intreccia arte, coraggio...

Read moreDetails

Il culto di San Filippo e il Cammino di Aidone

by Fabiana Chillemi
9 Settembre 2025
0
Abbazia di San Filippo, Agira, Enna. Foto di Salvatore Farina, via Wikimedia Commons. CC0 1.0

Nell’entroterra siciliano, tra boschi, colline e antichi sentieri, si percorre il Cammino di San Filippo, un itinerario che intreccia spiritualità e paesaggi incontaminati. Il pellegrinaggio, oggi riconosciuto ufficialmente...

Read moreDetails

Scilla e Cariddi: il mito che ancora incanta lo Stretto di Messina

by Fabiana Chillemi
8 Settembre 2025
0
Stretto di Messina

Nel punto in cui la Sicilia e la Calabria quasi si toccano, lo Stretto di Messina ha da sempre ispirato storie, leggende e racconti popolari. Tra le più...

Read moreDetails

Parco archeologico sommerso di Baia: l'”Atlantide romana”

by Giulia Di Bartolo
6 Settembre 2025
0
Statua di Dioniso dal Ninfeo di Punta Epitaffio, Parco archeologico sommerso di Baia, Campi Flegrei.

Sotto la superficie calma del golfo di Pozzuoli, in uno dei tratti più affascinanti dei Campi Flegrei, si nasconde una città che è stata custodita dal mare. Baiae,...

Read moreDetails
Load More
Next Post
graffiti

I calligraffiti di El-Seed: "ghirigori" arabi vs. stereotipi

Please login to join discussion

Notizie correlate

Pannelli per l'energia solare

Energia solare: la trasformazione parte da Rjim Maatoug

20 Ottobre 2023
Teste di moro su un balcone siciliano.

Teste di Moro: splendidi e silenziosi custodi della tradizione siciliana

9 Aprile 2025
dondurma

Dondurma, il gelato turco che non si scioglie

9 Aprile 2025

Cerca per Categoria

  • Accadde oggi
  • Africa
  • Archeologia
  • Arte
  • Asia
  • Attualità
  • Cinema
  • Costumi e tradizioni
  • Cucina
  • Cultura pop
  • Eccellenze
  • Europa
  • Green
  • Istruzione
  • Italiano per stranieri
  • Letteratura
  • Lifestyle
  • Multimedia e Live
  • News
  • Oltremare
  • Paesi del Mediterraneo
  • Presentatori AI
  • Storia
  • Storie di vite
  • Tecnologia e innovazione
  • Turchia
  • Viaggi

L'osservatorio culturale sui 22 paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

Contatti:
info@ilnuovomediterraneo.com

Redazione:
press@inm.news

Follow us

Privacy Policy

Cookie Policy

Termini e Condizioni

Aree del Mondo

  • Paesi del Mediterraneo
  • Africa
  • Asia
  • Europa
  • Oltremare

Categorie

  • Accadde oggi
  • Africa
  • Archeologia
  • Arte
  • Asia
  • Attualità
  • Cinema
  • Costumi e tradizioni
  • Cucina
  • Cultura pop
  • Eccellenze
  • Europa
  • Green
  • Istruzione
  • Italiano per stranieri
  • Letteratura
  • Lifestyle
  • Multimedia e Live
  • News
  • Oltremare
  • Paesi del Mediterraneo
  • Presentatori AI
  • Storia
  • Storie di vite
  • Tecnologia e innovazione
  • Turchia
  • Viaggi

Ultime news

Miscele di spezie e erbe aromatiche provenienti dal bacino del Mediterraneo

Il Mediterraneo delle spezie: storia, leggende e sapori senza tempo

14 Ottobre 2025
Incisione ottocentesca intitolata La morte della filosofa Ipazia ad Alessandria. Pubblicata inizialmente nel periodico francese Le Voleur Illustré (7 dicembre 1865) e successivamente riprodotta nel volume di Louis Figuier Vies des savants illustres (1866). L’immagine mostra un’interpretazione drammatica e violenta dell’uccisione di Ipazia, con tratti iconografici oggi considerati problematici e intrisi di stereotipi razziali.

Ipazia di Alessandria: filosofa, scienziata e simbolo di ragione

13 Ottobre 2025
formula 1 team ferrari

“Pasticcino”, lo chef che cucinò in F1

7 Ottobre 2025

© 2023 ilNuovoMediterraneo - Testata in attesa di registrazione.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • it Italiano
  • en English
  • Home
  • Aree del Mediterraneo
    • Europa
    • Asia
    • Africa
    • Oltremare
  • Chi siamo

© 2023 ilNuovoMediterraneo - Testata in attesa di registrazione

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?