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Dolce o salata, in Italia si conoscono molte varianti della Cuccìa. Tutte accomunate dalla presenza di grano, elemento che caratterizza i riti di rinascita. Il suo grande potere simbolico deriva difatti dai suoi semi, che dal buio del sottosuolo, rinascono per dare vita al cereale che più ha condizionato la storia dell’umanità.
Storia del piatto che racconta il ciclo di vita e morte
Il grano è anche alla base delle tradizioni della chiesa ortodossa che lo benedice durante le esequie funebri. Da qui deriva la Cuccìa in una storia tutta legata al mar Mediterraneo. L’origine è infatti legata alla Coliva greca e lo racconta anche la sua etimologia: dal greco ta koukkìa, i grani, che indicano una serie di pietanze con valore rituale, preparate spesso per commemorare i defunti. Assumendo dunque un importante valore simbolico nelle ritualità del Cristianesimo a Bisanzio, l’odierna Istanbul.
Dalla Grecia, il piatto mistico-religioso si diffonde seguendo due direzioni: verso i paesi dell’Europa orientale che accolgono la religione greco-ortodossa e verso le regioni dell’Italia meridionale. Si ebbe così Kutya in Russia, Koljivo in Serbia, Colivă in Romania, Kolivo in Bulgaria. Ma, nelle regioni del Sud Italia, l’usanza, oltre ad assumere l’originaria funzione rituale in onore dei defunti, si allontanò dalla fede ortodossa e adottò quella cattolico-romana, estendendosi anche alle festività di alcuni santi. Come avviene ancora oggi per Santa Lucia.
Il legame con il culto di Santa Lucia è, a sua volta, connesso ai cicli solari e la rotazione delle stagioni: la riaffermazione della luce rispetto all’oscurità, la vita che trionfa sulla morte. Il grano è anche il simbolo del sole e del susseguirsi delle sue fasi e rappresenta l’analogia del passaggio dell’anima dall’oscurità alla luce. Il seme, una volta sepolto a terra, si diceva, non muore veramente. Anzi, germoglierà in una nuova pianta e porterà molto più frutto di sé stesso.
Dal grano alla cuccìa attraverso il valore rituale del cibo
Tradizione vuole che Santa Lucia sia legata al grano anche per un suo miracolo e che la cuccìa sia nata per ricordare due avvenimenti funesti avvenuti a Palermo nel 1646 e a Siracusa nel 1763. Durante un periodo di grande carestia, il popolo cominciò ad invocare la Santa, patrona di Siracusa, per porre fine alle proprie sofferenze. Il 13 dicembre, giorno delle sue celebrazioni, nei porti delle due città attraccarono miracolosamente navi cariche di grano.
Poiché ci voleva troppo tempo per trasformare il grano in pane, gli abitanti affamati decisero di bollire direttamente il grano e di condirlo con l’olio. Nacque così la prima versione della cuccia: quella salata, che ancora oggi viene preparata in alcune zone siciliane e del Sud Italia con legumi e alloro, in una antichissima celebrazione di rinascita nei mesi cupi dell’inverno.
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