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La torre di Galata è forse il più affascinante punto di osservazione della capitale turca. Costruzione magnifica, al centro di interessanti vicissitudini, nasconde numerose curiosità sulla città di Istanbul. Realizzata dai genovesi in epoca medievale, e in seguito ricostruita dopo tante distruzioni, quali funzioni ha svolto nel corso dei secoli? E perché oggi è tanto celebre?
La torre di Galata: costruzione maestosa
Sita nel cuore di Istanbul, nel distretto di Beyoğlu, la torre di Galata si erge meravigliosa con i suoi 67 m di altezza circa. La balconata perimetrale all’ottavo piano offre una splendida vista della città, del Corno d’Oro e del Bosforo.
Non è un caso che nel 2013 questa bellezza architettonica di stile romanico abbia trovato un posto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Testimonianza del cosmopolitismo della Genova trecentesca di epoca medievale, questa torre era di dimensioni enormi per l’epoca.
Il nome della torre, “Galata”, deriva dall’omonimo quartiere in cui essa è stata edificata, ma in passato era conosciuta anche come “La Grande Torre“, o “Torre della Santa Croce” quando sul suo pinnacolo era visibile una grossa croce, oggi non più presente.
Le tante “vite” della torre
Come sottolineato, la torre di Galata rappresenta un’importante testimonianza dell’egemonia genovese a Istanbul, in particolare, del periodo che va dal 1273 al 1453, in cui i ricchi mercanti genovesi colonizzarono Galata.
La costruzione in pietra e mattoni fu realizzata intorno al 1348, durante la fase di espansione del dominio genovese a Costantinopoli. La torre nacque come dongione medievale all’interno del sistema di fortificazioni genovese, e subì numerose opere di restauro nel corso della storia. Ripetuti terremoti e incendi, in effetti, furono all’origine degli interventi di ricostruzione, soprattutto della sua cupola.
Non è tutto: la torre ha svolto diverse funzioni dalla metà del XIV secolo a oggi. In seguito alla conquista di Istanbul da parte dell’Impero ottomano, avvenuta dal 1453, e sotto il regno di Solimano il Magnifico, la torre fu, per esempio, adibita a prigione e magazzino. Nel XVI secolo un famoso astrologo favorì l’impianto di un osservatorio astronomico in cima alla torre; nel XVIII secolo, infine, gli ottomani la impiegarono come torre di avvistamento al fine di scongiurare eventuali pericoli di incendi in città.
La torre di Galata ha, dunque, avuto numerose “vite” nel corso della sua esistenza. Oggi ospita una serie di mostre e un ristorante sito all’ultimo piano.
L’uomo che spiccò il volo dalla torre
La storia della torre di Galata si intreccia anche all’incredibile impresa di Hezârfen Ahmed Çelebi. Nel 1632 quest’uomo, attraverso un marchingegno all’avanguardia dotato di ali, si lanciò dalla torre genovese, riuscendo a planare e ad atterrare incolume, compiendo l’impossibile per l’epoca.
Secondo la narrazione di Evliyâ Çelebi, Hezârfen compì un incredibile volo, tanto da sorvolare il Bosforo e giungere nella parte asiatica di Istanbul, nel distretto di Üsküdar Dogancılar. Tuttavia, immaginare che l’uomo abbia percorso una tale distanza appare inverosimile, e alcuni studiosi concordano sul fatto che Evliyâ abbia distorto parzialmente il racconto dell’incredibile gesta. Cionondimeno, è estremamente probabile che il giovane Hezârfen si sia realmente lanciato dalla torre.
La torre di Galata è, pertanto, densa di storia e, come tante altre “perle” presenti a Istanbul, contribuisce ad arricchire il passato splendido e cosmopolita della città-ponte tra Europa e Asia, che merita senza dubbio di essere divulgato.
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