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Tutti gli anni, nel mese di dicembre l’oasi di Douz ospita un entusiasmante evento per celebrare le tradizioni e i costumi delle tribù nomadi del deserto. Dalle processioni dei dromedari alle danze tipiche e le sfilate con i costumi tradizionali, il Festival tunisino del deserto è il più prestigioso omaggio alla cultura sahariana e beduina a livello internazionale. Quando è sorto? e quali attività prevede?
Douz, l’incantevole oasi del deserto
La narrazione del ricco programma di attività previsto per il Festival non può prescindere da uno sguardo al luogo in cui questo si svolge: la già menzionata Douz. Questa affascinante città nel sud della Tunisia, nota come “porta del deserto”, è tra le oasi più belle e lussureggianti di tutto il Maghreb africano.
Si tratta di un luogo suggestivo, con dei vasti palmeti da dattero circondati da dune di sabbia dorata finissima. Nei dintorni, oltre all’arido Grand Erg Orientale, è presente anche il lago salato Chott el-Jerid, che in base alle condizioni atmosferiche può tingersi di varie sfumature di colore, tra cui il rosa.
In passato Douz è stata una zona di transito, vero e proprio crocevia nel deserto, per numerose popolazioni nomadi, per viaggiatori e conquistatori. Oggi è il luogo che preserva le tradizioni del Sahara e il caratteristico patrimonio artistico e culturale della tribù arabo-berbero Mrazig che qui abita ancora, e che in passato era un popolo nomade.
Nei giorni dedicati al Festival, Douz diventa un polo attrattivo per molti turisti curiosi. La manifestazione ha inizio nella piazza principale con le caratteristiche sfilate dei dromedari.
Il Festival che celebra i popoli del deserto
I Mrazig, la cui celebrazione è il fulcro del Festival, sono un popolo di pastori nomadi arabi immigrati in Tunisia nel XIII secolo e appartenenti alla tribù dei Banu Sulaym. Essi probabilmente migrarono dalla Penisola Araba nell’VIII secolo e, attraversando Egitto e Libia, giunsero in un secondo momento a Douz.
A loro sono dedicate le celebrazioni che si svolgono puntualmente nel mese di dicembre di ogni anno da quasi un secolo. Il Festival riunisce anche tribù nomadi di altri territori della fascia settentrionale africana.
Le origini di questa festa del deserto risalgono all’inizio del ‘900. Nello specifico, la fondazione dell’evento avvenne nel 1910 e fu battezzato “Festival del dromedario”. Durante il periodo di occupazione francese, però, esso fu sospeso, per poi essere ripristinato alla fine degli anni ’60. Oggigiorno questa festa ha assunto una dimensione internazionale perché vi prendono parte paesi sia africani sia arabi, ma anche altri, come Francia, Germani, Italia, Belgio e Russia.
Il programma delle “olimpiadi del deserto”
Il Festival di Douz, che giungerà alla 54esima edizione nel 2023, si svolge nell’arco di quattro giorni e comprende una serie di “giochi del deserto”. L’apertura del Festival comincia con una spettacolare parata, cui segue un vasto programma di eventi folkloristici, culturali e sportivi.
Durante queste giornate sono, dunque, previste innumerevoli attività, come le tradizionali corse dei dromedari e dei cavalli, o la caccia al coniglio. A queste si aggiungono, poi, le non meno caratteristiche sfilate dei purosangue arabi o quelle dei Mrazig in abiti tradizionali, ai quali si alternano tanti altri giochi, danze, canti e cerimonie folkloristici.
Sono previste, inoltre, celebrazioni di matrimoni tradizionali e spettacoli di vario tipo, ma anche conferenze di carattere agricolo e scientifico. Non bisogna dimenticare, infine, la particolare vivacità del suq, gremito di visitatori e turisti curiosi, in cerca di articoli arabo-berberi e prodotti di manifattura locale.
Il Festival internazionale del deserto è, dunque, un evento imperdibile dove è possibile respirare un’aria di folklore e dove riscoprire i costumi e le peculiari tradizioni delle popolazioni nomadi del deserto.
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